La ragnatela di Expo2015 ovvero la grande spartizione
Riprendiamo dal sito di MilanoX la Ragnatela di Expo 2015, una produzione della crew di Expopolis con la collaborazione di Laboratorio lapsus; uno schema per capire chi ci guadagna e quelli per cui Expo sarà, a nostre spese, un’opportunità.
C’è stato il terremoto giudiziario, e probabilmente non sarà l’ultimo. Ci sono le ipotesi della Procura, ci sono i discorsi sulla legalità e l’Expo buona possibile. C’è il mantra Expo deve andare avanti. Per noi c’è evidente la ragnatela di Expo 2015, quell’intreccio di interessi politico-economico-sociali che fanno dell’Esposizione “un evento eccezionale da sfruttare”. Lo spettacolo cui abbiamo assistito nei giorni successivi all’inchiesta che ha travolto Infrastrutture Lombarde ed Expo sarebbe stato quasi divertente, se il contesto non fosse invece penoso e drammatico: da un lato, i sostenitori a tutti i costi dell’Expo, i responsabili regionali e nazionali che si sono prodigati a convincerci, o più semplicemente informarci, che “una volta iniziato, l’Expo si deve fare”. Punto. Anche in un contesto di violazione di norme e leggi, quelle votate da loro stessi, dove constatiamo che:
-dell’inchiesta non si è praticamente mai parlato, se non come di un ostacolo e un fastidioso ritardo; non si è quindi nemmeno cercato di approfondire che cosa questa inchiesta ci raccontasse, al di là del piano strettamente legale;
-la deroga del grande evento non è solo relativa ai poteri speciali del Commissario unico Giuseppe Sala, ma che Expo stessa vive in una dimensione spazio-temporale che non ha nulla a che vedere con la nostra: non è sottoposta alle nostre leggi, né fisiche né giuridiche.
Dall’altro lato, l’opposizione “manettara” e giustizialista, che ha esultato di fronte agli arresti e non ha saputo far altro che raccontarci di un sistema corrotto e immorale, di una spartizione economico-politica soltanto illegale. La tesi che un Expo a norma di legge sarebbe un Expo buono. E tanti saluti alla questione sociale.
Abbiamo cercato di superare questa raffinata dialettica, proponendo un punto di vista differente e un riassunto della grande spartizione che il nostro grande evento preferito ha portato e porta con sé, al di là del suo lato illegale: attraverso l’infografica che vi proponiamo qui sopra, abbiamo cercato di ricostruire la grande ragnatela di Expo 2015, una parte dei suoi intrecci imprenditoriali, finanziari e politici, a livello regionale e nazionale. Un lavoro che non può e non vuole essere esaustivo, che parte e prende in considerazione solo due degli appalti di Expo (i più importanti), ma che ben raccontano questo intreccio.
Per noi centrali restano due questioni: la forma privatistica del Governo del territorio e la negazione del Diritto alla Città, due questioni che Expo racchiude e racconta bene. Una spartizione appunto, lecita e illecita, un’idea polis, di città pubblica, ridisegnata secondo interessi particolari, senza tiene conto delle emergenze sociali e delle necessità collettive.
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