Se volete parlare di mafia iniziate da Expo 2015
Siamo contrari alle grandi opere perchè sono inutili per il Paese, di più, sono dannose, perchè devastano l’ambiente e il territorio e indirizzano, a maggior ragione in un periodo di profonda crisi economica, i finanziamenti pubblici, i soldi dei cittadini, in una direzione lontana dai bisogni essenziali, quelli del lavoro e del reddito, dell’istruzione, della sanità, della casa. Expo è una grande opportunità, ci è stato ripetuto fino alla noia, ma per chi?
Noi diciamo che Expo è una grande opportunità per il sistema che lo ha progettato, che è composto da politici corrotti, imprenditori senza scrupoli, lobbies economico/politiche e mafie. La nostra non è una affermazione ideologica.
E’ piuttosto lo specchio della catena degli affari, degli appalti e dei subappalti, delle inchieste della magistratura che si intrecciano e si moltiplicano ma che non hanno mai un esito, perchè il tempo per realizzare le opere di Expo stringe e quindi dalle fondamenta alle infrastrutture Expo sarà costruita da chi ha pagato tangenti, da chi ha venduto voti, da chi controlla i politici con una mano mascherata ma non più occulta.
Il primo appalto di Expo è stato vinto dalla CMC, “coop rossa” solo per definizione con un ribasso del 40% e un’offerta di 58 milioni di euro. Il 19 maggio 2012 abbiamo denunciato che tra le aziende dei subappalti c’erano il Consorzio Stabile Litta (il cui vicepresidente è indagato per turbativa d’asta e per una tangente da 30.000 euro all’allora consigliere regionale del Pdl Giammario) e la Testa Battista (coinvolta per una tangente di 50.000 euro all’ex vicepresidente della Regione Lombardia Nicoli Cristiani, tramite
l’imprenditore Locatelli, arrivato terzo alla gara d’appalto). Il 25 maggio 2012 è emersa l’inchiesta della Magistratura per turbativa d’asta, con l’ipotesi che le imprese che hanno partecipato alla gara abbiano fatto un cartello per spartirsi gli appalti. Pochi giorni dopo viene revocato il subappalto da 15 milioni di euro alla Elios, indagata per inquinamento
ambientale a Novara, ma dopo un ricorso al Tar e la soddisfazione di Pisapia per l’efficacia del protocollo per la legalità, verrà riammessa. Ed è la stessa Elios a beneficiare di buona parte dei 28 milioni di euro aggiuntivi richiesti dalla CMC e concessi nel 2013 dalla società Expo spa, come extracosti (pari al ribasso sulla base d’asta!) per conferire in discarica i terreni inquinati, opera nemmeno menzionata nel capitolato ma ampiamente prevedibile sin dai primi carotaggi effettuati nel 2010. Anche questo fatto è stato da noi denunciato
senza che dalla politica arrivasse nemmeno un commento di preoccupazione.
La storia si ripete negli appalti successivi. Quello della Piastra, valore 272 milioni di euro, assegnato con un ribasso di 106 milioni ad un cartello di imprese che fanno riferimento alla mafia (Ventura spa) e agli ex ministri Galan e Matteoli (Mantovani di Mestre e Socostramo di Roma) e il tutto emerge da un’inchiesta di Fabrizio Gatti sull’Espresso del 29 novembre 2012, che commenta “raccontati da questa prospettiva, i lavori per l’Expo sembrano un’altra storia. Una grande coalizione attraverso le imprese. Da sinistra a destra. E ben oltre”. Anche su questo appalto è stata aperta un’inchiesta per turbata libertà del
procedimento di scelta del contraente, che vede coinvolto il Direttore Generale di Infrastrutture Lombarde Antonio Rognoni.
E ancora, nell’appalto per la sottovia di Pero, la Fondazioni Speciali, che vince l’appalto per realizzare il collegamento tra Molino Dorino e l’A8, viene estromessa a seguito di un’informativa della Prefettura, in quanto il responsabile milanese dell’azienda è uno dei 300 arrestati in Lombardia nell’inchiesta sulla ‘Ndrangheta, ma il Tar riammette l’impresa nei cantieri di Expo.
Come funziona il sistema ce lo spiega anche la storia di Zambetti, assessore alla casa della Regione Lombardia, arrestato nell’ottobre del 2012 per avere pagato 200.000 euro alla ‘Ndrangheta in cambio di 4.000 voti, con la promessa di entrare negli appalti di Expo 2015.
Ci vorrebbe un libro per raccontare che cosa è Expo e a cosa serve, ma il quadro è abbastanza chiaro a tutti se non ci si vuole tappare le orecchie, gli occhi e la bocca.
Expo è un affare per le cosche, per i politici e per le imprese ad essi collegati. Expo è un’opportunità di gestire appalti milionari di fondi pubblici che garantiscono voti e guadagni attraverso le tangenti. Se oggi i politici ci vengono a raccontare che serve più Polizia per la
sicurezza e per combattere le mafie, noi ricordiamo loro che forse bisognerebbe incominciare ad evitare che a questi vengano affidati da essi stessi gli appalti milionari per i lavori edili, non attraverso ripetuti e inutili proclami ma con fatti concreti. Perchè oggi le fondamenta di Expo sono colate di cemento che vengono gettate da imprese mafiose o che hanno pagato tangenti per entrare nei cantieri e nonostante le inchieste della Magistratura, tutto procede come se nessuno sapesse come stanno le cose. L’ipocrisia e la bella facciata non servono proprio a niente, anzi sono un danno per la società, rappresentano lo specchietto per le allodole che permette il perpetrarsi di un sistema di potere marcio che non guarda minimamente agli interessi di chi vive il territorio.
Le ridicole promesse di Pisapia che l’Expo porterà 200 mila posti di lavoro sono un pugno in faccia a chi vive la crisi sulla propria pelle. Se la dichiarazione di Pisapia fosse vera 20.000 cassaintegrati e disoccupati (il 10% secondo il protocollo di legalità) avrebbero grazie ad Expo un posto di lavoro. Ma quanti tra i disoccupati e i cassintegrati del nostro territorio lavorano nel cantiere di Expo?
E ancora, con l’operazione Expo verranno costruite migliaia di metri cubi di nuove case sui terreni che dopo l’Esposizione Universale saranno resi edificabili per ripagare il costo spropositato pagato ai proprietari dei terreni, Fiera Milano e Cabassi. Altri appartamenti nuovi saranno realizzati nell’area di Cascina Merlata. E altre migliaia di metri cubi di residenziale sono previsti nell’area ex Alfa Romeo dove sorgerà un parcheggio da 4.000 posti auto per Expo.
E’ questa la vostra risposta al bisogno di casa di chi vive sul territorio?
La realtà è che ci sono tantissimi appartamenti pubblici e privati sfitti e vuoti e tantissime persone che hanno bisogno della casa, strozzate da lavoro precario e affitti inaccessibili.
Le scuole e gli ospedali pubblici cadono a pezzi, gli investimenti nel settore dell’istruzione, dell’edilizia scolastica e della sanità sono sempre più scarsi e il patrimonio si sta progressivamente sgretolando mentre si investe in opere che cancellano il poco verde rimasto.
Continuate a progettare nuove autostrade e treni superveloci, mentre la realtà dei pendolari è la quotidianità di viaggi su vagoni sovraffollati a costi impossibili, con enormi disagi nell’indifferenza di chi di fatto finanzia il sistema infrastrutturale della mobilità.
Il Governo delle larghe intese non è una novità di questi mesi. Con Expo lo viviamo già da 5 anni. E’ un programma comune di sfruttamento intensivo del territorio, speculazione edilizia, cementificazione, grandi inutili opere che sottrae denaro ai bisogni di tutti i comuni mortali, per darlo a imprese colluse, mafiosi e faccendieri, che restituiscono ai politici voti e consenso.
Se volete parlare di mafie, incominciate da qui.
Centro Sociale Sos Fornace
No Expo
Tags: 'ndrangheta, bonifiche, cemento, crisi, debito, expo 2015, expopolis, metropoli, milano, milano rho, noexpo, precarietà, speculazione, territorio
Trackback dal tuo sito.