Gratis non si lavora -Appello di Sergio Bologna
Gratis non si lavora e se proprio dovete il 1 maggio 2015 scioperate!
In estema sintesi questo l’appello che Sergio Bologna rivolge ai giovani di fronte alle sirene dei lavori gratuiti per Expo 2015.
Come abbiamo più volte detto, il modello Expo è tossico perchè vende falsi immaginari che poi vengono presi e adottati, travalicando l’orizzonte temporale del 31 ottobre 2015. E’ il caso dei volontari per Expo. Dovevano essere 18.500, ma il flop del lancio con la campagna #askexpo e dei primi bandi uniti alle proteste che si sono alzate, hanno consigliato di ridurre il numero a 7500, ma resta il problema.Si spaccia per attività nobile e gratificante (farai amicizia con 20 mln di persone, volontari per expo e fa curriculum) lo sfruttamento di manodopera gratuita pagata con un cappellino, una maglietta e la possibilità di un pò di “I like” su facebook. Giovani sfruttati per un evento che muove oltre 10 MLD di euro di investimenti pubblici, milioni di euro di profitti per chi ha messo i terreni (Fiera e Cabassi), milioni di euro di tangenti, briciole e manco la mancia per precari e studenti che lavorareranno al grande evento.
Ma c’è di più. Gli accordi di luglio 2013, in deroga alle norme su lavoro vigenti e già iper-precarizzanti, tra sindacati e Expo, che allargano ancor di più le maglie della flessibilità e del precariato (lavoro gratuito compreso) sono già state estese da Maroni per la Regione Lombardia a tutto il 2016, e non è novità che anche il JobsAct presentato dal Governo Renzi si ispira in molte parti alle logiche utilizzate per il fabbisogno di manodopera per Expo. E anche uno dei principali partner di Expo, Eataly, di fronte ad una facciata green, sostenibile, nasconde una realtà di sfruttamento e precarietà, sia nei confronti del personale che dei produttori cui si rivolge per gli approvvigionamenti.
Expo matrice di precarietà e di dispositivi di governance eccezionali che diventano regola, quanto sopra ne è la conferma.
Expo ci sarà, ma ostacolarlo, boicottarlo, sabotarlo nei suoi meccanismi più perversi è possibile. A partire dal rifiuto dei lavori gratuiti per Expo, o, come suggerisce Sergio Bologna, dal più bel sabotaggio possibile, un bello sciopero dei volontari il 1 maggio 2015.
Tags: precarietà
Trackback dal tuo sito.