Archivio Autore
#ScioperiamoExpo – Anche a Milano, incrociamo le braccia, incrociamo le lotte
- english version in the bottom of the article/deutsch version in der unterseite des artikels
Venerdì 14 novembre sciopero sociale precario nazionale per fermare Jobs Act, austerità, piano casa, legge di Stabilità, decreto Sblocca Italia, contro “la ‘Buona Scuola’ di Renzi e l’entrata dei privati nei luoghi della formazione”.
A Milano l’opposizione sociale organizza la protesta lanciando l’appello #ScioperiamoExpo: il mega-evento finanziato con miliardi sottratti alla risorse collettive, sostenuto da manodopera gratuita, sottopagata e sfruttata. Quello che da tempo abbiamo denunciato e si è sempre più confermato come il laboratorio di debito, cemento e precarietà che anticipa il paese di domani.
Molte le declinazioni di Expo che abbiamo deciso di contestare e tentato di fermare: speculazione edilizia, sfruttamento e devastazione del territorio, indebitamento pubblico, corruzione sistemica, spartizione legale e illegale.
Leggi TuttoSe anche il post-Expo è Expo flop
Il 15 novembre scade la gara per la vendita dei terreni che ospiteranno il sito Expo 2015. Base d’asta 315 mln di euro, poco più di quanto sia stato investito per acquistarli, più gli interessi. A oggi non si è ancora presentato nessuno, il rischio che la gara vada deserta è concreto. La gara è stata resa necessaria, ricordiamolo, perché per la prima volta Expo viene fatto su un’area che era privata e che è stata acquisita con un Accordo di Programma predisposto della Giunta Moratti nel 2007 e approvato dalla Giunta Pisapia nel 2011.
Perché questo rappresenta un problema? Perché la società Arexpo, oggi proprietaria dei terreni, il cui capitale (per ora 94 milioni di euro) è composto circa per il 70% da soldi pubblici, ha acquistato quei terreni da privati (principalmente Gruppo Cabassi e Fiera s.p.a.) a caro prezzo., Entro fine anno Arexpo SpA dovrà offrire garanzie per 160 mln di euro alle banche che le hanno prestato i soldi per l’acquisto dell’area espositiva. Ma se il pubblico ha acquistato a caro prezzo, perché ora quel valore non spinge potenziali compratori a farsi avanti per chiudere l’affare di acquisto di aree edificabili a Milano? A dirla tutta già nel 2011 c’era chi esprimeva perplessità, e non solo la rete No Expo. Persino dalle parti del PD qualcuno esprimeva perplessità, come si legge in una nota del luglio 2011 della consigliera Anna Scavuzzo (ai tempi ancora consigliera per lista civica Pisapia sindaco, oggi nel PD) a commento dell’approvazione dell’ADP: “Masseroli ha messo in guardia rispetto al valore dei terreni di Expo e alla loro possibile svalutazione, noi di maggioranza abbiamo ribadito fiducia al Sindaco e alla Giunta, votato a favore di un documento che non amiamo, ma che rispetteremo, e mi pare che tutti abbiamo voluto dare avvio a un nuovo periodo per Expo”.
Leggi Tutto