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Se volete parlare di mafia iniziate da Expo 2015

225157_10150163247703947_39284843946_6880859_4014800_nSiamo contrari alle grandi opere perchè sono inutili per il Paese, di più, sono dannose, perchè devastano l’ambiente e il territorio e indirizzano, a maggior ragione in un periodo di profonda crisi economica, i finanziamenti pubblici, i soldi dei cittadini, in una direzione lontana dai bisogni essenziali, quelli del lavoro e del reddito, dell’istruzione, della sanità, della casa. Expo è una grande opportunità, ci è stato ripetuto fino alla noia, ma per chi?

Noi diciamo che Expo è una grande opportunità per il sistema che lo ha progettato, che è composto da politici corrotti, imprenditori senza scrupoli, lobbies economico/politiche e mafie. La nostra non è una affermazione ideologica.

E’ piuttosto lo specchio della catena degli affari, degli appalti e dei subappalti, delle inchieste della magistratura che si intrecciano e si moltiplicano ma che non hanno mai un esito, perchè il tempo per realizzare le opere di Expo stringe e quindi dalle fondamenta alle infrastrutture Expo sarà costruita da chi ha pagato tangenti, da chi ha venduto voti, da chi controlla i politici con una mano mascherata ma non più occulta.

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Il primo appalto di Expo è stato vinto dalla CMC, “coop rossa” solo per definizione con un ribasso del 40% e un’offerta di 58 milioni di euro. Il 19 maggio 2012 abbiamo denunciato che tra le aziende dei subappalti c’erano il Consorzio Stabile Litta (il cui vicepresidente è indagato per turbativa d’asta e per una tangente da 30.000 euro all’allora consigliere regionale del Pdl Giammario) e la Testa Battista (coinvolta per una tangente di 50.000 euro all’ex vicepresidente della Regione Lombardia Nicoli Cristiani, tramite
l’imprenditore Locatelli, arrivato terzo alla gara d’appalto). Il 25 maggio 2012 è emersa l’inchiesta della Magistratura per turbativa d’asta, con l’ipotesi che le imprese che hanno partecipato alla gara abbiano fatto un cartello per spartirsi gli appalti. Pochi giorni dopo viene revocato il subappalto da 15 milioni di euro alla Elios, indagata per inquinamento
ambientale a Novara, ma dopo un ricorso al Tar e la soddisfazione di Pisapia per l’efficacia del protocollo per la legalità, verrà riammessa. Ed è la stessa Elios a beneficiare di buona parte dei 28 milioni di euro aggiuntivi richiesti dalla CMC e concessi nel 2013 dalla società Expo spa, come extracosti (pari al ribasso sulla base d’asta!) per conferire in discarica i terreni inquinati, opera nemmeno menzionata nel capitolato ma ampiamente prevedibile sin dai primi carotaggi effettuati nel 2010. Anche questo fatto è stato da noi denunciato
senza che dalla politica arrivasse nemmeno un commento di preoccupazione.

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Città vetrina per Expo 2015 o case per tutti, verde e spazi sociali? Bandi o banditi a Milano? Noi abbiamo già scelto!

Video dell’Azione

Condividiamo e pubblichiamo il comunicato del collettivo Offtopic (di cui sono parte attivisti NoExpo) in merito all’occupazione di stamattina del “Rasoio” di Via Confalonieri, azione svolta da OffTopic insieme ad attivisti NoExpo e militanti di altri spazi sociali milanesi

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L’azione di questa mattina, con l’occupazione del Rasoio invita ad una riflessione su Milano, Expo e l’attualità di un’attitudine bandita al tempo dei bandi

All’opposizione ai bandi come strumento di normalizzazione delle esperienze autorganizzate ricolleghiamo una netta opposizione a una più vasta governance dei territori. Abbiamo chiamato col nome dell’Esposizione universale del 2015 il progetto di costruzione della città vetrina che avanza giorno dopo giorno. Expo 2015 è un brand, il grande acceleratore, nel tessuto metropolitano, dei meccanismi del debito e della crisi, dell’economia del cemento e delle nocività, dello sfruttamento e della precarizzazione delle nostre esistenze. E’ il grande evento creato ad arte per drenare risorse pubbliche verso speculatori e affaristi, scaricando sulla collettività i costi della crisi e delle speculazioni. Un progetto da cui la giunta arancione non si è mai sostanzialmente smarcata, sempre riconfermando il proprio sostegno alla grande operazione bipartisan Expo 2015. Un progetto che nasconde anche la normalizzazione dello spazio urbano, riconsegnato in ogni suo angolo al profitto, monetizzato, privatizzato, cementificato, svenduto al miglior offerente. Tutto il contrario della città che vogliamo, della città che le ricche esperienze dell’autorganizzazione metropolitana costruiscono ogni giorno secondo le logiche virtuose dell’autogestione e della riappropriazione.

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Gli interessi speculativi, oggi più che mai legittimati da EXPO 2015, stanno trasformando irrimediabilmente i nostri territori e i nostri quartieri; dove servirebbero alloggi a canone sociale le istituzioni rispondono puntando ancora sul mercato privato e sul cemento,favorendo la costruzione di nuova edilizia residenziale nonostante ci siano migliaia di alloggi vuoti. Crisi economica, precarizzazione del lavoro e in particolare lo strapotere della rendita fondiaria urbana erodono sempre più il nostro diritto all’abitare; fenomeni che portano a un aumento esponenziale degli sfratti per morosità, non solo per chi il lavoro lo ha perso ma anche per chi “conserva” un reddito ormai inadeguato al costo della vita e dell’affitto. La realtà è che da decenni le istituzioni hanno smesso di fare politiche abitative pubbliche; istituzioni che non sono in grado di affrontare il problema complessivo e di uscire dalla logica dell’emergenzialità del singolo caso. Per questo è tempo di mobilitarsi e agire di conseguenza, rivendicando la necessità di un tetto. In mancanza di capacità e volontà politica serve riappropriazione dal basso, solidarietà e reti sociali che affrontino le nuove forme di povertà imposte dall’austerity. La carenza cronica di abitazioni a canone sociale si può risolvere con la valorizzazione del patrimonio pubblico sfitto esistente; uno strumento può essere la pratica dell’autorecupero, che verte sullo scambio costruttivo di saperi e non di soldi, o con provvedimenti ancor più drastici come la requisizione del patrimonio privato lasciato sfitto o invenduto da anni. Sfitti e sfratti ci fan salire il crimine!

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  • Nonostante Expo, la realtà | documento di fine Esposizione
  • Lavorare a Expo2015: stipendi da fame, contratti pirata e licenziamenti politici
  • Documento politico per il Noexpo Pride del 20 giugno 2015
  • Lavoro anch’io. No, tu no. Ma come..la Coop non ero io?
  • Quello che non si vede su tanti media.