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Expo: a vincere è soltanto la ‘ndrangheta
Anche questa settimana non mancano notizie sul fronte Expo: dalle immobiliari cinesi interessate al business milanese all’accordo con Coop (supermercato in cambio della vendita dei biglietti) ai soliti problemi di costi e stanziamenti, ma a tenere banco, come sempre, sono le cronache giudiziarie legate agli appalti e agli appetiti delle varie mafie.
Pubblichiamo un contributo sul tema da parte del collettivo Offtopic e ribadiamo che non esiste un Expo legale e pulito da contrapporre al marcio che emerge dalle inchieste. Questo è Expo, questi gli affari e gli interessi che muove, nononstante i controlli, a conferma che Expo non è un problema di legalità.
Che l’affaire Expo2015 sia una patata bollente passata dalle mani della Moratti e quelle del “gentile” Pisapia è cosa arcinota a tutti. Così come è noto che sul mega progetto che dovrebbe segnare profondamente le sorti urbanistiche della città metropolitana si assista giorno dopo giorno all’accumularsi di un ritardo incolmabile, che sta provocando annunci a catena di rinunce a pezzi di progetti, costruzioni ecc.
La novità interessante di ieri, riguarda un tema che con Expo ha molto a che fare: la gestione dei rifiuti in Lombardia, su cui si è concentrata la commissione antimafia, con risultati sconvolgenti solo per chi ancora finge di indignarsi, davanti all’ingenua scoperta che, ohibò!, la mafia è anche al nord…
Si legge sul Sole24ore, infatti, che
“Padroncini, proprietari e gestori calabresi di camion presenti «pressoché in tutti i cantieri» lombardi, ancor prima che un problema giudiziario, «rappresentano un problema socio/politico», in quanto «massa di manovra delle famiglie calabresi operanti al Nord».
La Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, ha presentato ieri a Milano la relazione conclusiva sulla Lombardia alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che, come vedremo in conclusione, ha avuto “parole forti” sul tema.
Ma diamo prima uno sguardo ai dati forniti dalla relazione della commissione. In provincia di Milano, infatti, si sarebbe in presenza di un oligopolio di imprese provenienti dal Sud e, in particolare dalla Calabria, che hanno conquistato il mercato del movimento terra, del noleggio dei ponteggi, delle demolizioni e dei calcestruzzi. Questo avviene perchè tali imprese riescono a praticare prezzi più bassi, non osservando nessuna regola e, dunque, sbaragliando
Ma andiamo alle conclusioni, che hanno dell’incredibile! Dice la commissione che «solo la ‘ndrangheta è in grado di imporre una disciplina nei cantieri in cui operano i padroncini calabresi e, tuttavia, si tratta di disciplina che ha un costo, posto che i capi cosca effettuano trattenute sulle prestazioni dei cosiddetti padroncini da loro chiamati a lavorare nei cantieri di cui hanno acquisito il controllo». In tal modo, l’organizzazione mafiosa esercita sui padroncini un controllo gerarchico. Insomma, la ‘ndrangheta offre anche un servizio efficiente!
Naturalmente, la ‘ndrangheta interviene anche sullo smaltimento delle macerie e della “terra sporca”, ci ricorda sempre il Sole24ore, “posto che lo smaltimento viene effettuato in modo assolutamente illegale e, cioè non nelle apposite discariche ma nei siti più disparati con conseguente inquinamento di cave, terreni e falde, con il coordinamento delle famiglie mafiose in costante contatto telefonico con ciascun autista per suggerire siti ed evitare i controlli dei Carabinieri o dell’Arpa”. Ovviamente siamo certi che le macerie dei cantieri Expo saranno gestite in maniera completamente diversa, vero signor Sindaco e membri del CdA di Expo?
Come dicevamo, ci piace concludere con le parole del “gentile” sindaco Pisapia, che commentando i risultati della commissione, dimostra di aver colto a pieno il valore della vicenda dichiarando: ““Milano è all’avanguardia nella lotta al riciclaggio dei rifiuti” (http://www.agenord.it/?p=25010). Ha proprio ragione signor sindaco! In effetti siamo nelle mani di un impresa il cui motto si è dimostrato essere “efficienza, qualità e cortesia!”.
Offtopic_lab
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EXPO 2015, LA BONIFICA E’ UNA TRUFFA DA 9 MILIONI DI EURO?
Soldi pubblici regalati a Fiera Milano e Cabassi?
I costi della bonifica dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’Esposizione Universale del 2015 sarebbero dovuti essere a carico dei proprietari originari dei terreni, ovvero: Fiera Milano e gruppo Cabassi, come stabilito da un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Milano nel luglio 2011, contestualmente all’approvazione dell’accordo di programma; invece sarà in larga parte l’azienda di proprietà pubblica Expo spa a pagarli, con soldi pubblici appunto.
Dei costi e dei lavori di bonifica dei terreni non c’era nessuna traccia nella gara di appalto per la rimozione delle interferenze sui terreni, vinta nell’ottobre 2011 dalla società CMC di Ravenna, con un’offerta di 58 milioni di euro, equivalente a un ribasso del 42% rispetto ai 90 milioni di euro di valore iniziale della gara.
Originariamente nei piani di Expo spa i terreni inquinati (su quell’area era in funzione una raffineria) prelevati dagli scavi per costruire le fondamenta di edifici e padiglioni sarebbero serviti per creare la “Collina Mediterranea” 83 mila metri cubi di terra per una collinetta artificiale di 22 metri di altezza, giustificata come promontorio panoramico e luogo per riprodurre l’agroecosistema temperato caldo mediterraneo.
A marzo del 2012 dagli studi supervisionati dall’ARPA -Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale- circa il 10 % dei terreni del sito espositivo risultavano essere inquinati di idrocarburi e zinco e dunque da bonificare.
Con l’accordo quadro siglato il 2 agosto 2012 dalle società Arexpo spa ed Expo spa si è definito che i costi di bonifica fossero pagati da Expo spa, che si sarebbe poi rivalsa su Arexpo spa (società a partecipazione pubblica che ha acquisito i terreni) e quest’ultima si sarebbe a sua volta rivalsa sui proprietari originari dei terreni (Fiera Milano e gruppo Cabassi) per un costo massimo di 6 milioni di euro, sulla base di una perizia presentata da Expo spa e MM.
Ma a novembre del 2012, soltanto tre mesi dopo l’accordo quadro di Agosto, la CMC richiede a Expo spa 30 milioni di euro di extracosti, di cui 15 milioni per il trasporto e l’eliminazione dei terreni inquinati.
Di questi 15 milioni soltanto 6 milioni potrebbero potenzialmente rientrare nelle casse di Expo spa da Arexpo spa e a sua volta dai proprietari dei terreni. E così si sono “bruciati” almeno 9 milioni di euro di soldi pubblici, regalati a Fiera e Cabassi, spesa che si dovrà accollare la società di proprietà pubblica Expo spa.
All’amministratore delegato di Expo spa Giuseppe Sala chiediamo:
- . Perchè è stato messo un tetto di 6 milioni di euro ai costi di bonifica rimborsabili ad Expo spa da Arexpo spa e dai proprietari dei terreni?
- . Perchè i lavori di bonifica non sono stati subito inseriti nell’appalto per la rimozione delle interferenze?
- . Chi ha eseguito le perizie commissionate da MM sul valore dei costi di bonifica e quanto è stato pagato?
Centro Sociale Sos Fornace – www.sosfornace.org
No Expo
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