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Traccia workshop “Dispositivi finanziari e governance di grandi opere e grandi eventi, finanziarizzazione e ruolo Enti Locali” – sabato 1 dicembre h 11
====> In fondo all’articolo i link alla documentazione
Riassumiamo alcune conoscenze che sono note a tutti anche se su alcune interpretazioni si può dissentire, per arrivare ad un nucleo di riflessioni da approfondire e di iniziative da prendere.
Il modello di sviluppo dominante in Italia si è fondato sino ad oggi sul consumo di suolo, le grandi opere, l’investimento finanziario dei profitti, la privatizzazione e l’esternalizzazione di ciò che un tempo era conosciuto come servizio pubblico.
Il Contesto generale in cui questo modello si è evoluto è stato quello –noto a tutti- della globalizzazione finanziaria, ne quale la formazione sociale italiana si è adattata con le sue specificità.
La situazione in cui ci troviamo adesso è frutto dell’evoluzione della crisi finanziaria del 2007-2008, della trasformazione della crisi del sistema finanziario globale- finanziato e salvato dagli stati e dalle banche centrali e non messo sotto controllo-in crisi degli stati presi in ostaggio dallo stesso sistema finanziario, che si riassume in pochi mega istituti, diventato ancora più grandi e globali con la ristrutturazione succeduta nella crisi ( sempre più ‘too big to fail’).
Tutte le misure di riduzione dei deficit, di controllo sulla spesa pubblica si traducono in una spinta crescente alla privatizzazione di ogni bene pubblico(asset nel linguaggio di lor signori) e nel rilancio del modello delle grandi opere.
Sono ambiti i servizi di rete ed alla persona, le infrastrutture che forniscono un gettito costante, le cui tariffe sono garantite da regole fissate dal pubblico(la mitica governance) e dalla struttura oligopolistica che li controlla. A supporto di questo processo c’è il sistema finanziario che quando non controlla direttamente le società che operano nei diversi comparti, fornisce i capitali necessari alle prese di controllo ed alla realizzazione delle grandi opere.
Un ulteriore tassello è la debolezza del sistema bancario italiano a cu si contrappone la disponibilità di capitali di un soggetto che si presenta sempre più come garante in ultima istanza di questo sistema : LA Cassa Depositi e Prestiti (CDDPP). L’imponente disponibilità di capitali della CDP è il frutto del risparmio postale di milioni di famiglie, CDP dalle finalità pubbliche per cui è stata creata ed ha operato per decenni è stata trasformata in soggetto privato (Società per azioni) e si è trasformata attraverso partecipazioni e bracci operativi nel soggetto fondamentale d attuazione delle politiche di privatizzazione, dalla realizzazione di Grandi Opere, all’accorpamento di Multiutilities ai programmi di ‘Housing Sociale’.
Scopo di questo workshop è mettere a disposizione di tutti preventivamente un quadro informativo quanto più possibile completo e sintetico, leggibile ed utilizzabile per interpretare le realtà locali ed agire di conseguenza.
Dovremmo condividere un quadro della realtà nazionale. Come in parte stiamo già facendo, arrivando a descrivere nelle realtà locali dei blocchi di interesse e di potere che gestiscono la riorganizzazione di servizi, territorio ed infrastrutture, descrizione che ci dovrebbe permettere di valutare l’efficacia delle lotte, il grado di condivisione della conoscenza di questo quadro nella realtà locali e progettare nuove iniziative.
In particolare ci proponiamo di valutare -tra le altre- una iniziativa su CDP presso gli uffici postali, fonte di finanziamento dei circa 300 miliardi di attivo della CDP. In tutti i territori con le caratteristiche della campagna e dell’azione continuativa di informazione. Condividendo la campagna ed i suoi contenuti generali, ogni territorio può legarla ai propri obiettivi locali.
CDP Investimenti SGR e il Fondo Investimenti per l’Abitare (FIA)
https://docs.google.com/open?id=0B7iSWR7Rfz1Jcm04dWRUcGVZam8
Dossier Cassa Depositi e Prestiti di Attac Italia
https://docs.google.com/open?id=0B7iSWR7Rfz1JUUZDLXFpcTR6Umc
IL business delle grandi opere
https://docs.google.com/open?id=0B7iSWR7Rfz1JNmxRS0J4TXM5SVE
La banca degli impieghi
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3039
Quello che c’è da sapere su Cassa depositi e prestiti
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3695
La tangenziale scende in campo
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3661&fromRivDet=145
Autostrade lombarde, Legambiente chiede il commissariamento di Serravalle spa
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3732&fromRaggrDet=11
Autostrade del nord, il polo è Gavio-Chiarotto -Repubblica
https://docs.google.com/open?id=0B7iSWR7Rfz1JVnFBc0FES2lRN2M
Metroweb ceduta il giorno del ballottaggio La giunta Moratti accelera e perde 200 milioni
https://docs.google.com/open?id=0B7iSWR7Rfz1JOHRjNVFHdzZhVmc
Memoria sulla fusione HERA/ACEGAS-APS del Comitati acqua pubblica Emilia Romagna
http://acquabenecomunebologna.files.wordpress.com/2012/09/hera-acegas-memoria.pdf
Assemblea nazionale del Forum italiano dei movimenti per l’acqua: Report del Gruppo di lavoro finanza
https://docs.google.com/open?id=0B7iSWR7Rfz1JRHNQcHo5eFA1MzQ
Per una nuova finanza pubblica
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3639
Il dossier “Le verità nascoste della fusione Acegas Aps Hera”
http://www.globalproject.info/public/resources/pdf/Volantino_no_fusione_Hera.pdf
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Smart & Secure Cities
Fra l’indifferenza generale continua la costruzione di Expo 2015: da un lato i cantieri, le inchieste giudiziarie, l’ndrangheta e gli incidenti sul lavoro, oltre alla devastazione irrimediabile del territorio, dall’altro la rete organizzativa più generale, che da poco vanta un partner commerciale (Intesa SanPaolo) e da ieri anche di un partner tecnologico (Finmeccanica), che come obiettivo ha quello di costruire non l’architettura ma il sogno Expo2015.
A più riprese le istituzioni che organizzano l’evento han provato a promuoverlo argomentando le virtù di Expo quale motore dell’economia, grazie ai miliardi di euro pubblici in grado a pioggia di riempire le casse dei soliti potentati. Oltre a ciò è evidente il tentativo di ridisegnare interamente la metropoli facendo leva anche sul caos generato dal grande evento, tentativo che prevede un’importante appropriazione del capitale finanziario di funzioni e beni svolti in precedenza dalla comunità (vedi economie legate al welfare e gestione aeroporti per fare alcuni esempi). A latere, sempre in procinto di scatenarsi, c’è la gang legata al ciclo finanza/mattone, composta da molti degli attori legati direttamente ad Expo2015 (per es.Intesa Sanpaolo) sempre pronta a “valorizzare” ogni centimetro quadro di territorio.
Le cronache parlano anche di un tema, “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, ma ben pochi ne capiscono, a ragione, la pertinenza con ciò che in realtà è un grande evento. I problemi che sino ad ora hanno attanagliato il grande evento malato non derivano però dall’incoerenza fra il tema e l’evento, per carità: questo tipo d’incongruenza non è certo un’esclusiva di Expo2015. Ciò che invece è emerso è un problema organizzativo più generale, in cui ancora si discute di mancate coperture economiche, progetti che verosimilmente verranno ultimati in ritardo, progetti che in realtà sembrano proprio mancare, sogni che non trovano rappresentazione e di conseguenza immaginari vuoti che non fanno altro che confermare la mancanza (forse l’impossibilità) della proposta “Green Expo” anche se rimanessimo solo in superficie. Nelle ultime settimane il vuoto contenutistico della manifestazione è emerso impietosamente, in particolare l’incontro con oggetto il padiglione Italia (http://www.inventati.org/offtopic/?p=1695) ha mostrato mancanza di progettualità e scarsa capacità di gestire l’improvvisazione.
E’ emerso recentemente in alcuni comunicati un nuovo orizzonte a cui l’esposizione tenderà: quello delle Smart Cities. Questa novità, ennesimo tentativo degli organizzatori di prender fiato attraverso la proposta della moda del momento (di cui però pressoché nessuno conosce qualcosa di preciso), ha preceduto di poco l’avvento dell’alta tecnologia in Expo, avvenuto appunto ieri attraverso la partnership con Finmeccanica, partnership che già nel comunicato di annuncio aggiunge un pezzo alla “suggestione smart city”: Expo2015 sarà un prototipo in cui si sperimenteranno tecnologie utili per la costruzione della Smart & Secure city. Non sarà quindi tanto la vivibilità delle nuove città a divenire quindi l’argomento centrale del nuovo corso di Expo2015 bensì il più concreto e popolare concetto di sicurezza nella metropoli, attraverso videocamere utlratecnologiche a monitorare ogni movimento dei visitatori, sistemi di simulazione in 3d in grado di fornire puntuali rappresentazioni di ciò che sta accadendo stando comodi in uno degli uffici dell’aggiornato Panopticon, dispositivi in grado di controllare i flussi ed evitare eccessivi assembramenti di persone. Che dire, la città del controllo non è mai stata così concreta. Bob Arctor è fra noi!
Questa novità che da tempo si attendeva, spesso annunciata e solo ieri messa a contratto, apre un nuovo filone d’interesse per quanto riguarda l’analisi di Expo2015, grande evento che è anche, come sempre, luogo di sperimentazione del controllo sociale. Ci auguriamo che lo sviluppo di queste nuove tecnologie tese principalmente a lavorare sul terreno del controllo sociale ricevano in città la giusta attenzione, riservandoci nel mentre l’onere di approfondire questa questione.
L’argomento non sarà invece trattato nella prossima due giorni di inizio dicembre (1 e 2 dicembre, http://www.facebook.com/events/128319413988494/?ref=ts&fref=ts, ) “Dalla Parte della Terra”, secondo appuntamento della rete nata il 13 ottobre a Ravenna contro le nocività che infestano, devastano e saccheggiano i territori. A breve comunicheremo il programma della due giorni, in cui prevalentemente andremo a discutere di ridefinizione di una mappa dei poteri in cui importanti soggetti finanziari (in primis Cassa Depositi e Prestiti) emergono anche ergendosi da garanti della spesa sulle grandi opere, tratteremo di piani di governo del territorio, studieremo i nuovi protagonisti del consumo di suolo, sostenuti dalla furia tecno – liberista del decreto sviluppo.
In preparazione di queste giornate offriremo a breve alcune dispense in grado di chiarire sia i contenuti che vi proporremo sia il taglio col quale li affronteremo.
Ultima considerazione: quest’autunno sembra entrato nel vivo.
Dopo i primi cenni di conflittualità sociale emersa nelle lotte territoriali (le trivelle in Val Susa di questi giorni sono l’ultima delle provocazioni che si ritorcerà contro ai mandanti), nelle piazze (lo scorso 14 novembre in primis) e nei luoghi di lavoro laddove la precarietà diviene insopportabile (IKEA e San Raffaele solo per fare alcuni esempi) è partita la stagione dei processi e della repressione. Siamo ovviamente solidali e complici coi compagni fermati ed arrestati lo scorso mercoledì, non solo a Roma, nonché ai compagni che a breve saranno chiamati a subire le angherie del procuratore capo Caselli al processo NoTav. Quest’autunno non sarà freddo!
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