EXPO 2015, LA BONIFICA E’ UNA TRUFFA DA 9 MILIONI DI EURO?
Soldi pubblici regalati a Fiera Milano e Cabassi?
I costi della bonifica dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’Esposizione Universale del 2015 sarebbero dovuti essere a carico dei proprietari originari dei terreni, ovvero: Fiera Milano e gruppo Cabassi, come stabilito da un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Milano nel luglio 2011, contestualmente all’approvazione dell’accordo di programma; invece sarà in larga parte l’azienda di proprietà pubblica Expo spa a pagarli, con soldi pubblici appunto.
Dei costi e dei lavori di bonifica dei terreni non c’era nessuna traccia nella gara di appalto per la rimozione delle interferenze sui terreni, vinta nell’ottobre 2011 dalla società CMC di Ravenna, con un’offerta di 58 milioni di euro, equivalente a un ribasso del 42% rispetto ai 90 milioni di euro di valore iniziale della gara.
Originariamente nei piani di Expo spa i terreni inquinati (su quell’area era in funzione una raffineria) prelevati dagli scavi per costruire le fondamenta di edifici e padiglioni sarebbero serviti per creare la “Collina Mediterranea” 83 mila metri cubi di terra per una collinetta artificiale di 22 metri di altezza, giustificata come promontorio panoramico e luogo per riprodurre l’agroecosistema temperato caldo mediterraneo.
A marzo del 2012 dagli studi supervisionati dall’ARPA -Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale- circa il 10 % dei terreni del sito espositivo risultavano essere inquinati di idrocarburi e zinco e dunque da bonificare.
Con l’accordo quadro siglato il 2 agosto 2012 dalle società Arexpo spa ed Expo spa si è definito che i costi di bonifica fossero pagati da Expo spa, che si sarebbe poi rivalsa su Arexpo spa (società a partecipazione pubblica che ha acquisito i terreni) e quest’ultima si sarebbe a sua volta rivalsa sui proprietari originari dei terreni (Fiera Milano e gruppo Cabassi) per un costo massimo di 6 milioni di euro, sulla base di una perizia presentata da Expo spa e MM.
Ma a novembre del 2012, soltanto tre mesi dopo l’accordo quadro di Agosto, la CMC richiede a Expo spa 30 milioni di euro di extracosti, di cui 15 milioni per il trasporto e l’eliminazione dei terreni inquinati.
Di questi 15 milioni soltanto 6 milioni potrebbero potenzialmente rientrare nelle casse di Expo spa da Arexpo spa e a sua volta dai proprietari dei terreni. E così si sono “bruciati” almeno 9 milioni di euro di soldi pubblici, regalati a Fiera e Cabassi, spesa che si dovrà accollare la società di proprietà pubblica Expo spa.
All’amministratore delegato di Expo spa Giuseppe Sala chiediamo:
- . Perchè è stato messo un tetto di 6 milioni di euro ai costi di bonifica rimborsabili ad Expo spa da Arexpo spa e dai proprietari dei terreni?
- . Perchè i lavori di bonifica non sono stati subito inseriti nell’appalto per la rimozione delle interferenze?
- . Chi ha eseguito le perizie commissionate da MM sul valore dei costi di bonifica e quanto è stato pagato?
Centro Sociale Sos Fornace – www.sosfornace.org
No Expo
Leggi TuttoIl punto su Expo 2015
Ripubblichiamo questo approfondimento sul tema scritto da SOS Fornace per MIM e utile a fare il punto su Expo 2015 a due anni e mezzo dall’inaugurazione.
A poco più di 900 giorni dall’inizio di Expo 2015 proviamo a fare il punto su quanto sta accadendo nei cantieri di Rho-Pero e in generale nel territorio nord ovest di Milano.
Il 10 ottobre scorso viene arrestato l’assessore regionale Domenico Zambetti per aver comprato voti dall’Ndragheta ed aver promesso appalti per Expo. Si scopre, inoltre, che la procura di Milano ha aperto una nuova inchiesta per turbativa d’asta sull’appalto per la realizzazione della cosiddetta piastra tecnologica di Expo 2015. Il valore complessivo dell’appalto è di circa 165 milioni di euro ed è stato vinto da una cordata di imprese guidata dalla Mantovani spa che, tra le altre cose, a Venezia è incaricata di realizzare il progetto del Mose. Un’altra inchiesta per turbativa d’asta era stata aperta anche per il primo appalto per la rimozione delle “interferenze” dal sito di Expo, aggiudicato dalla C.M.C. Lo scorso 13 ottobre migliaia di persone provenienti da varie parti della penisola – Val di Susa, Torino, Milano, Bologna, Pistoia, Cagliari – si sono date appuntamento a Ravenna per contestare la “coop rossa” protagonista delle principali grandi opere sul territorio italiano – Tav, Expo, Ponte sullo stretto di Messina, per dirne alcune. Da qui l’inizio di una rete nazionale che si riconvocherà nuovamente a Milano l’1 e il 2 dicembre.
Leggi Tutto