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#12O #Ribelli – Territori resistenti nella metropoli di Expo2015

Aree agricole, parchi urbani, terreni sopravvissuti allo sprawl delle metropoli sono minacciati nella città di Expo2015 dalla pressione della speculazione immobiliare e dai lavori per le opere legate all’evento meneghino. Da Abbiategrasso a Monza, da Rho a San Giuliano, percorsi intrecciano la metropoli a disegnare un quadro fatto di cemento e di terreni sotto scacco. Il 12 ottobre, giornata nazionale di lotta a difesa del territorio e dei beni comuni, a Milano saremo #Ribelli a due ruote con appuntamento alle 14.30 alla stazione M3 Affori-Ferrovie Nord, per una pedalata critica dentro la città di Expo che ci porterà al parco Argelati, una delle aree minacciate, in sintonia con quanto accadrà in altri luoghi della metropoli a ribadire:

– stop consumo di suolo, una sola grande opera: casa e reddito per tutt@

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Nella Jungla d’asfalto di Expo2015

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Ci dicono che viviamo tempi di rilancio dell’economia e disegnano un oggetto che dovrebbe esserne il simbolo: le grandi opere.

Non ci riferiamo evidentemente alle manovre per rimettere in asse partiti svuotati di senso oppure per ridare ad anziani demagoghi una pelle splendida. Sono invece le nuove autostrade, almeno in Lombardia, le grandi opere che rappresentano la scommessa di politici regionali e nazionali; una scommessa a sentir loro già vincente, che muoverà circa 10,5 miliardi di euro (soldi nostri s’intende), perché lega la sua riuscita all’Esposizione Universale del 2015 a Milano.

Jolly o carta segnata? Che qualcuno stia barando, nelle grandi opere come nel grande evento, lo diciamo da tempo. Anche prima degli scandali, che non sorprendono (non si offenda la PD SìTAV Lorenzetti se ci auguriamo di non sentirla mai più, ha già fatto sufficienti danni), ma aumentano amarezza e rabbia. Inevitabile, in fondo; ormai dei contenuti di queste opere nessuno parla più, visto che i loro contenuti sono stati completamente sbugiardati da analisi e indagini indipendenti. Per questo, anche parlare di EXPO come fenomeno in grado di valorizzatore l’agroalimentare locale è una barzelletta che da tempo ha smesso di far ridere. Una situazione che invece non ha smesso di far partecipare e sollevare persone, comitati, realtà e soggetti sociali. Sull’antico progetto Pedemontana (parte del dossier Expo presentato al BIE) è da tempo attiva un’opposizione locale e sociale con la quale, come rete NoEXPO, fraternizziamo per via di una comune sensibilità avversa alle grandi devastazioni territoriali. Il cemento che cola dall’alto di una betoniera chiamata “uscita dalla crisi” altro non è che il modo attraverso cui la banda finanza/mattone, in gran parte responsabile della stessa crisi, cerca di spolpare risorse pubbliche. In modo spesso legale, perché si sono dotati di un’adeguata copertura legislativa, ma completamente illegittimo.

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