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Succede a #Expopolis 2 – Spifferi

La triade debito/cemento/precarietà da tempo è divenuta la nostra chiave di lettura attraverso cui informare la città sulle trasformazioni in atto ad Expopolis e contrastare quei processi economici e sociali di cui Expo2015 è importante acceleratore, processi che definiscono la morte della già malandata città pubblica in favore della città vetrina, del centro commerciale diffuso in cui i profitti privati a vantaggio di trust in via di definizione e garantiti dalle 3 / 4 principali banche di questo paese vengono finanziati dalla fiscalità generale.

I giorni scorsi abbiamo pubblicato la paradossale vicenda del grattacielo Pirelli, in cui i dipendenti comunali lavorano a stretto contatto con l’amianto ed a cui l’amministrazione comunale non è riuscita a trovare ancora una soluzione, schiacciata da un mercato immobiliare governato oramai direttamente dalle grosse istituzioni bancarie che impongono prezzi non accessibili per gli esili bilanci del Comune. Oggi approfittiamo di un altro spiffero per raccontarvi della manodopera impiegata nei musei, quel valore culturale ed artistico mummificato venduto nel “brand Milano” come strumento di valorizzazione (economica) del territorio. Anche in quest’ambito debito e precarietà stanno imponendo una nuova struttura di gestione che intende risparmiare sul costo del lavoro ed esternalizzare responsabilità di gestione. 

Qui lo spiffero di giornata 

Effetto Expo sui musei: aumenti e appalti

Il Comune punta su cooperative, cessioni ai privati e volontari. Custodi comunali sul piede di guerra.

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Expo-aumenti in vista per gli oltre 15 musei civici milanesi. Il prossimo 8 aprile, in occasione della giornata dei musei civici gratuiti, l’assessore Del Corno annuncerà aumenti dei biglietti di entrata e l’eliminazione delle uniche gratuità oggi esistenti (3 musei tra cui la Galleria d’Arte Moderna). Un colpo pesante per la cultura milanese e per tutto il Comune di Milano che già ha dovuto rinunciare all’apertura del già annunciato museo delle culture, negli spazi appena ristrutturati di via Tortona 34, nell’ex Ansaldo. L’enorme edificio infatti, la cui recente ristrutturazione è costata alla collettività 4 milioni di euro, verrà appaltato insieme alla gestione delle collezioni etnografiche di proprietà comunale a un soggetto privato, scelto con un bando da poco pubblicato sul sito www.comune.milano.it. Il vincitore dell’appalto si occuperà anche dei magazzini, delle sale e delle collezioni. ‘Un colpo che nessuno di noi si aspettava’, dichiara Mario C. uno degli oltre 255 custodi museali comunali, impegnati in una trattativa con i vertici dell’amministrazione. Affiancati da anni sia da lavoratori delle cooperative assunti dagli organizzatori delle mostre che da volontari del Touring. ‘Ma quali volontari…’, spiega quasi sottovoce Monica una custode, ‘Diversi ‘volontari’ del Touring Club vengono pagati, seppur pochissimo (3 euro l’ora) mentre sia il Touring che le altre società e onlus che operano nei musei godono di contributi comunali deliberati da Giunta e Consiglio’.

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La ragnatela di Expo2015 ovvero la grande spartizione

Riprendiamo dal sito di MilanoX la Ragnatela di Expo 2015, una produzione della crew di Expopolis con la collaborazione di Laboratorio lapsus; uno schema per capire chi ci guadagna e quelli per cui Expo sarà, a nostre spese, un’opportunità.

C’è stato il terremoto giudiziario, e probabilmente non sarà l’ultimo. Ci sono le ipotesi della Procura, ci sono i discorsi sulla legalità e l’Expo buona possibile. C’è il mantra Expo deve andare avanti. Per noi c’è evidente la ragnatela di Expo 2015, quell’intreccio di interessi politico-economico-sociali che fanno dell’Esposizione “un evento eccezionale da sfruttare”.

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  • Nonostante Expo, la realtà | documento di fine Esposizione
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  • Documento politico per il Noexpo Pride del 20 giugno 2015
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