La PRIMA – VERA di Milano – 7D h14 iniziativa a Trenno contro la via d’acqua per Expo2015
C’è un vento nuovo che spira da qualche settimana nella periferia ovest milanese. Un vento contagioso che porta persone, fino a ieri lontane dalla militanza politica, a diventare attivisti radicali in difesa del loro territorio. Non vogliono proprio saperne di un’opera, la Via d’Acqua per Expo2015, che, giustamente, ritengono inutile, costosa, nociva e devastante per tre parchi urbani. Un vento che porta energia alle persone e folletti nelle notti gelide; e succede che il cantiere non avanza, la politica inizia a mostrare nervosismo, i media si stanno accorgendo che a Trenno, al Gallaratese, a Baggio non si molla e non si mollerà, e ci associamo totalmente a questo impegno, fino a che non si vedranno uscire le ruspe dai parchi e fermeranno i cantieri della Via d’Acqua.
Non solo, ma questo vento fa svolazzare la coperta di Expo2015, sempre più corta, nonostante quel che dicano e fanno quotidianamente Sala, Letta, Maroni, Pisapia; perchè non solo a Trenno le persone stanno imparando non solo a fare uno più uno ma sono già all’analisi matematica….e così scoprono che dietro i toni trionfalistici e l’investitura ufficiale dei poteri speciali a Sala, il decreto Expo ha reso possibile lo scherzetto per cui un’area inquinata lo è meno solo perchè lo decide Sala (altrimenti tra soldi che mancano e tempi per le bonifiche bye bye Via d’Acqua).
Oppure scavano nella legge di stabilità dello Stato per il 2014 e salta fuori che si tagliano oltre 200 MLN di € per metrotranvie tra cui quelle dirette a Desio e Limbiate perchè i soldi vengono cannibalizzati dalle opere per Expo2015, che a differenza delle metrotranvie suddette, sono inutili e nocive come la Via d’Acqua. Non bastasse i milanesi iniziano a percepire tra Tarsu, addizionale Irpef, altri aumenti a tariffe e contestuali tagli a servizi e così è un calcio di rigore fare il paragone tra gli 89MLN di euro per la Via d’Acqua e queste politiche di austerity in quartieri dove c’è una scuola elementare chiusa senza fondi per la ristrutturazione, un ospedale (il San Carlo) a rischio chiusura, centinaia di alloggi ALER vuoti e dove a un chilometro in linea d’aria dal cantiere di Trenno ci sono le gru del cantiere di Cascina Merlata e i relativi lavoratori non pagati che protestano in quello che vuole essere il quartiere vetrina e porta verso il sito Expo targato Coop/BancaIntesa.
Ecco perchè pensiamo che il 7 dicembre al Parco Trenno e il 9 dicembre sotto palazzo Marino, siano iniziative che non possano vedere assenti tutti e tutte coloro che sul territorio metropolitano vasto lottano quotidianamente contro le devastazioni recate al territorio (ma anche ai nostri sogni, al nostro futuro) dalle opere di Expo o ad esso legate e anche chi si oppone al quotidiano consumo di suolo che soffoca le nostre vite.
Di seguito il comunicato di presentazione delle due iniziative
LA PRIMA-VERA DI MILANO, la nostra musica suona il cantiere.
Il 7 dicembre mentre la Milano che conta, quella che tifa Expo perché da Expo trarrà guadagno, il Sindaco, Sala e Letta saranno alla Prima della Scala, noi saremo nei nostri parchi, il Parco Trenno, il Parco Pertini e il Parco delle Cave, per difenderli dall’aggressione dell’inutile, costosa e nociva via d’acqua, e per difenderne gli alberi minacciati, i prati, la loro storia e il loro valore pubblico. Saremo lì perché altrimenti non ci sarà primavera per noi, perché non sapremo dove passarla. Dalle ore 14, riempiremo il Parco Trenno di voci, suoni, corpi per suonarle a un cantiere che non vogliamo, a un canale che non permetteremo sia realizzato e sabato lo ribadiremo assediando con i nostri corpi quelle reti maledette. Ci trasformeremo in via d’acqua noi stessi, ma una via d’acqua piena di calore e colore, una via d’acqua che non distrugge i parchi, al massimo rifiuta i cantieri.
E se i nostri suoni non fossero sufficienti per arrivare alle orecchie di chi, per una sera, è troppo preso da tenori e soprani, il 9 dicembre verremo noi in Piazza Scala, dalle 17,30, e ci faremo sentire da tutto il consiglio comunale: il cantiere ve lo diamo noi, così a chiarire che non accettiamo alcuna opera che devasti Trenno e gli altri parchi della periferia ovest di Milano.
La Via d’Acqua è un’opera inutile, 89 MLN di euro di soldi pubblici per realizzare un canale insignificante ai fini irrigui, dannoso per il territorio e il paesaggio, nocivo perché attraversa aree mai bonificate, e sostituibile, nel suo scopo di far defluire l’acqua dal sito Expo, da una rete di canali, fontanili, condotte preesistenti, come dimostrato da studi del Politecnico e di Italia Nostra.
Per questo non ci fermeremo nemmeno di fronte alle ruspe e annunciamo fin d’ora che, qualora la politica ed Expo Spa non recedessero dalle loro scelte, ci vedremo davanti al cantiere.
Se le ruspe proveranno a tornare, il presidio permanente con gioia e allegria sarà un ostacolo insormontabile.
COMITATO NO CANAL
info: nocanal@autistici.org
pagina facebook: difendiamo il parco Trenno dalla via d’acqua
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#30N – Casa&Redditoper tutt@, Expo per nessun@
Le lotte territoriali con lo spezzone NoExpo dentro al corteo per il diritto all’abitare – H15 L.go Cairoli
A circa sei anni dall’accettazione della candidatura di Milano a città ospitante EXPO 2015, è stato aperto in città il primo vero cantiere legato all’evento.
Come già accaduto in provincia, per altri cantieri legati a opere per Expo, pochi festeggiano, molti restano freddi, tanti iniziano a prendere posizione e a farsi domande. Un processo inarrestabile, perché la retorica del grande evento mostra profonde rughe sotto il trucco: il colore arancio delle reti si trasforma sempre di più nel grigio degli “orso-grill” a cui sono attaccate e infastidisce ancora di più perché siamo dentro un parco, quello di Trenno, area nord-ovest di Milano. Si parla di un’opera inutile e mafiosa come la cosiddetta Via d’acqua. “Ma come”, molti si chiedono, “per “nutrire il pianeta” si inizia devastando irrimediabilmente uno dei pochi parchi cittadini?”
E’ dunque così che EXPO 2015 si presenta per trasformare la metropoli. Sotto l’ombra delle promesse e degli stendardi che ne portano il logo e offrono un piccolo ma carissimo spazio agli sponsor, i contenuti si allontanano dalla scena mentre iniziano a muoversi i cantieri e si avvicinano le ruspe.
Pensiamo sia il momento di cambiare passo, che sia tempo di mettersi in moto, opponendosi alla logica di governo dei territori (e delle trasformazioni sociali che portano) che grandi eventi come EXPO e grandi opere sottendono. Per questo parteciperemo alla manifestazione regionale del 30/11 a Milano per il diritto all’abitare e contro grandi opere e grandi eventi: perché il drenaggio di risorse pubbliche a favore di progetti di tali dimensioni si blocchi e il denaro venga destinato in favore di piccole opere di interesse comune necessarie a livello locale e perché si inizi a ragionare su forme di vera partecipazione nella gestione dei territori che abitiamo.
Lo spezzone No Expo sarà aperto a tutti i soggetti che si oppongono a opere ed eventi inutili o invasive per il territorio e i nostri megafoni saranno a disposizione di tutti. Vogliamo costruire un futuro diverso, iniziando da una metropoli che sia aperta, viva, meticcia, non commerciabile, che si allarghi a territori in cui il diritto all’abitare sia garantito, e rifiuti le dinamiche della città-vetrina e i fenomeni che grandi eventi come Expo incarnano.
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