Sta succendo e sta succedendo ora – Appello NoExpo verso corteo del 30N
L’attitudine NoExpo invita le lotte territoriali e le resitenze metropolitane a debito, cemento e precarietà all’Assemblea di Lunedì 25 H. 19 Cascina Torchiera. Casa & Reddito per tutt@, Expo per nessuno
A circa sei anni dall’accettazione della candidatura di Milano a città ospitante EXPO 2015 il primo, vero cantiere ex novo cittadino è stato aperto. Pochi festeggiano, molti restano freddi, tanti iniziano a prendere posizione e a farsi domande. Un processo inarrestabile, perché la retorica del grande evento mostra profonde rughe sotto il trucco: il colore arancio delle reti infastidisce ancora di più perché siamo dentro il parco di Trenno, area nord-ovest di Milano, per un’opera inutile e mafiosa come la cosiddetta via d’acqua. Ma come, molti si chiedono, per “nutrire il pianeta” si inizia devastando irrimediabilmente uno dei pochi parchi cittadini?
Sono anni che ci opponiamo all’oggetto EXPO come grande evento e alle nocività che legittima -dalle infrastrutture lombarde all’abbattimento del diritto del lavoro, alla minaccia al diritto all’abitare nel senso più ampio- cercando di dare risposte a queste domande. Ogni persona, ogni associazione, ogni collettivo lo fa seguendo la propria attitudine e la propria prospettiva. Un impegno difficile, non sempre riuscito, ma necessario e che va condiviso. Per questo, nella Lombardia maroniana in svendita, nella Milano di Pisapia, che di arancione ha giusto soltanto queste maledette reti, nella metropoli della partecipazione al consenso, nella geografia metropolitana dei bandi, invitiamo tutte e tutti a partecipare lunedì 25/11 alle 19,00 all’assemblea pubblica presso Cascina Torchiera per confrontarsi sulle prossime azioni da intraprendere in città, sulla manifestazione regionale del 30/11 a Milano per il diritto all’abitare e contro grandi opere e grandi eventi e su cosa significhi “ricomporre il conflitto” nella città-vetrina.
Ci vediamo lunedì 25/11 in cascina Torchiera, piazzale Cimitero Maggiore 18, alle 19,00. Per info:
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Lotte territoriali dentro e contro l’evento totale
Stavamo pubblicando questo post di riflessioni post 16 novembre su quanto sta accadendo sul territorio milanese mano a mano che Expo dispiega le sue articolazioni territoriali, quando ieri mattina alle 8.00 sono arrivati i primi allarmi per l’arrivo delle ruspe al Parco di Trenno. Immediata è stata la risposta degli abitanti che sono riusciti a intralciare e bloccare i lavori, complice anche la mancanza di tutte le autorizzazioni da parte della società Maltaura, appaltatrice dei lavori per la Via d’Acqua.
La lotta è solo cominciata. Da oggi presidio al cantiere alla mattina e da lunedì 25 nuove iniziative e mobilitazioni.
Il 16 novembre, i territori sotto attacco di questo paese si sono mossi in direzione contraria rispetto a chi li governa, in opposizione a coloro che li vorrebbero ridurre a mero spazio da “valorizzare” economicamente. La politica del cemento, del debito e della speculazione ha sede nei diversi territori ma oramai è sempre più evidente il legame che le unisce all’interno di un fronte che sempre più reclama un modello economico e sociale differente da quello che si vorrebbe far rinascere attraverso una “ripresa” che non avverrà mai.
Contro il Tav, contro il biocidio, contro la frode dell’housing sociale, contro Expo e le sue inutili grandi opere. Questi sono stati gli assi su cui la giornata del 16 si è sviluppata. In maniera per noi sorprendente, come abbiamo potuto notare al Parco Trenno dove centinaia di cittadini contrari alla cementificazione di una parte del parco hanno prima svolto una pubblica assemblea poi sono entrari nella zona recintata dove, fra circa due settimane, le ruspe di Maltauro devasteranno il verde conquistato dagli abitanti del quartiere. Ovviamente la vicenda non è presente fra le notizie di giornata dei media mainstream, impegnati a glorificare Expo2015 come volano attraverso cui tutto viene giustificato, dagli appalti concessi a società in passato sotto processo per implicazioni con associazioni mafiose (fra cui la Maltauro stessa) al consumo acritico di suolo alla corsa sconsiderata al mattone alla voragine che sta aprendo nei conti pubblici degli enti locali coinvolti, oltre che ad offrire un supporto a quel sentimento di unità nazionale esemplificato dalla grande coalizione attraverso cui i poteri forti sperano di portare a termine le tanto agognate riforme strutturali, una sorta di soluzione finale rivolta al conflitto sociale.
NoExpo è una causa rispetto a cui il mainstream ha sino a questo momento eretto un muro di gomma con l’intento di sopprimere il racconto del dissenso, anche velato, contro l’evento totale. Dalla realtà della cantierizzazione delle periferie di questa città ripartiamo per rilanciare la sfida al partito del fare debito, cemento e precarietà.
Sulla via d’acqua abbiamo scritto più volte. Con soddisfazione verifichiamo come, nel corso dell’assemblea di sabato pomeriggio, questo lavoro non si sia rivolto semplicemente al vento. Non siamo certamente stati gli unici a parlare di via d’acqua, non è importante nemmeno capire se siamo stati i primi. Ciò che importa è che da ieri non siamo in buona compagnia. Decine di interventi precisi e dettagliati hanno riportato l’attenzione sulle criticità dell’opera, rispetto a cui al lato pratico Expo spa non ha mai voluto trattare con la cittadinanza.
Presenti all’assemblea anche rappresentanti di altre realtà aggredite da Expo2015, fra cui spicca il comitato per la metrotranvia Limbiate/Comasina, opera utile per la mobilità pubblica che è ora senza finanziamenti poiché questi sono finiti magicamente nel calderone Expo2015. In mattinata un altro comitato, pro interramento della Rho Monza, ha portato avanti unimportante iniziativa “local” in cui il tratto stradale prossimo a Paderno Dugnano è stato invaso da un folto corteo.Via d’acqua, Limbiate e Paderno Dugnano sono solo tre esempi di realtà di cittadini organizzati contro le prepotenze di Expo2015, il grande eventi che normalizza lo stato d’eccezione permanente.
Il 16 novembre è stato un ulteriore passaggio in direzione della costituzione di un’opposizione sociale che nasce dalla reazione agli effetti collaterali della costruzione di Expo2015. Da qui a breve gli Expomakers non potranno esimersi dal fare i conti con la protesta montante che stanno provocando. A quel punto la retorica delle start up o dell’opportunità di creare economia (coi soldi dei contribuenti) non servirà a Sala e co. per tirarsi fuori dai guai…..
OffTopic Lab
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