Vendo/Affitto casa: il mercato immobiliare nella Milano di Expo2015
La relazione fra finanza e mattone è stata negli anni passati il principale motore per la “crescita” (se così si può dire…) della metropoli. Nell’ultimo decennio sono sorti nuovi interi quartieri, sono cresciute imprese edili, il real estate è diventato per mole, probabilmente, il principale settore per investimenti e produttività. Molte sono state le critiche in merito all’impatto ambientale di ciò che in maniera molto svelta viene definita speculazione immobiliare, poche sono state sino ad ora le considerazioni sullo stato di salute di questo sistema e sul perché è opportuno tifare un crollo del mattone piuttosto che una sua ripresa. Il dominio del ciclo finanza/mattone, concedete l’iperbole, paragona Milano a quei paesi centroamericani o a quelle isole dell’oceano indiano in cui la costruzione selvaggia in funzione di una valorizzazione degli immobili utile per ottenere veloci guadagni è diventato il settore totalmente dominante. Guadagno veloce e sicuro. Subito. Nessun interesse per l’impatto sociale, le relazioni economiche con l’intero tessuto produttivo, le ripercussioni sui livelli di vita.
Il prodotto di questa egemonia culturale è una città completamente cementificata, con un numero inquietante di case sfitte o invendute, con le organizzazioni criminali che sono diventate importanti protagonisti economici utili ad eseguire il lavoro “sporco” (la produzione materiale) favorendo al lato pratico un generale abbassamento del costo del lavoro. Le banche hanno fatto profitti, rendendo più accessibili i mutui sul finire degli anni 80, hanno imposto la logica imperante della casa di proprietà come naturale necessità dell’abitare; la proprietà è diventata l’unica versione possibile ed immaginabile dell’abitare in città. Logica sostenuta, fra le altre cose, dalla continua svendita del patrimonio Aler e dalla progressiva sostituzione del sistema Erp con l’housing sociale.
Leggi TuttoUn ricordo di “Roma”
pensando a te, a quello che lasci al movimento milanese, al vuoto che da oggi ci sarà negli spazi occupati e ovunque c’è una lotta, un momento di antagonismo a questo schifo di mondo e di metropoli, è uscita questa foto, di venti o più anni fa.
Uno sparuto gruppo di compagni provava a fermare il cemento e l’asflato che si mangiava il Parco Sud e, più in generale, metteva a valore ogni mq di territorio milanese e ogni ora delle nostre vite metropolitane. Una matrice che da allora è diventata sempre più l’unica direttrice di riferimento per i poteri economici e politici della nostra città. E anche allora eravamo rare voci contro il coro che da sinistra a destra parlava solo di sviluppo, costruire, infrastrutture, coop rosse e compagnia delle opere.
Anche in questo eri Commissario Politico, Comandante e antesignano di un’esigenza, quella di coniugare lotte territoriali e metropolitane con la lotta di classe, oggi più che mai necessaria, nella città vetrina proiettata solo a Expo 2015 come nella Valle che resiste.
Ti ricordiamo con quella spilla rossa, versione eretica e militante del cigno di Legambiente, fermare la ruspa dicendo al guidatore che eri della Lega Ambiente e lui, felice e ben contento di cessare il lavoro, risponderti “Ueh alura sem amis anca mi sunt de la lega, la lega nord”…
E poi ti ricordiamo più recentemente a Cascina Merlata, durante il NoExpo Climate Camp, o nei tanti momenti dove negli ultimi anni si è contestata la città di Expo o il PGT della privatizzazione totale della città.
Ti ricorderemo ancora, ogni giorno, quando proveremo a rompere questo immaginario che ci circonda e proveremo a sovvertire la metropoli, che come sapevi benissimo, è capace di opprimerci come quella psichiatria che tanto combattesti.
Ciao a pugno chiuso e hasta siempre!!!
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