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Expo 2015 non avrà luogo

Quello che segue è un nostro contributo di analisi sulla situazione di Expo 2015, dopo le ultime elezioni e nel pieno dell’austerity, pubblicato dal sito Contropiano nei giorni scorsi

http://www.contropiano.org/it/archivio-news/documenti/item/14961-milano-lexpo-2015-non-avr%C3%A0-luogo

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Lo stato dell’arte

“La guerra del Golfo non avrà luogo”, intitolava Baudrillard uno scritto molto suggestivo del periodo fantascientifico della sua saggistica. Si riferiva al rapporto realtà/finzione e di come quest’ultima fosse in grado di manipolare il dato reale sino al punto di rovesciare la sua relazione col reale in un rapporto che così diviene finzione/realtà. L’immagine della guerra non è la guerra, appunto. L’immagine di Expo2015 non è Expo2015.

Questo avremmo potuto affermare, se non fosse esplosa la crisi del reale: crisi del debito, stallo del ciclo finanza/mattone, la crisi del modello di governance che ad oggi impedisce al grande evento del 2015 di essere quello che avrebbe voluto essere, un dispositivo composto da un mix di marketing territoriale, speculazione immobiliare e sperpero di danaro pubblico. In un’epoca in cui la governance è costretta dalla sua crisi a ragionare sul proprio futuro giorno per giorno, senza idee chiare Expo2015 è diventato più un fardello che un immagine di copertina, o quanto meno un miraggio rispetto a cui si afferma tutto ed il contrario di tutto, con esiti quanto meno contradditori.

Oggi, marzo 2013, rimangono in pista alcuni dei leit motiv che hanno caratterizzato la vulgata proexpo, in linea col sistema di potere che ne ha garantito sino ad ora la resistenza. Parliamo ancora di città vetrina, la vetrina non è però più sufficiente a nascondere le macerie nel retrobottega, straripate ormai in ogni dove.

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Expo dei popoli sgombera i Rom

In una città distratta dalla crisi e poco attenta anche al clima elettorare, Expo sembra un mantra ripetuto per evocare benefici ad un evento sempre più asfittico. In questo clima di totale disinteresse, alla periferia della metropoli il cantiere preliminare di Expo da mesi lentamente trasforma il territorio, cancellando paesaggi, storie, diritti. Riportiamo una lettera, chiara ed efficace, dal campo Rom di Baranzate, il cui annunciato sgombero segue quelli dei campi di Via Triboniano e Via Novara a Milano sempre per opere connesse a Expo.
“Mancano due settimane alla data che tormenta le nostre notti e i nostri giorni. Il 15 febbraio, secondo quanto Infrastrutture Lombarde Spa ha detto ad alcuni di noi, verranno a sgomberare il nostro campo, a due passi da Rho, proprio a ridosso dell’autostrada dei Laghi, nel territorio di Baranzate. Un campo che sorge su terreni che abbiamo regolarmente comprato, circa 25 anni fa, e in cui viviamo da allora.

Devono fare l’Expo, ci dicono. Devono costruire una strada di collegamento tra Molino Dorino e l’autostrada. Siamo proprio nel mezzo, dobbiamo andare via.

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