EXPO FA MALE, FACCIAMO MALE AD EXPO.
DOCUMENTO FINALE ASSEMBLEA NAZIONALE NOEXPO
Il 17 gennaio 2015, in una Milano che dopo aver ipocritamente pianto “l’attacco alla libertà di stampa” in Francia si prepara in termini repressivi ai 6 mesi dell’Expo, oltre 600 persone si sono ritrovate in uno spazio liberato in via Mascagni per ascoltare, discutere, confrontarsi, proporre. E’ il ricco universo di movimenti e comitati resistenti, precari e contadini in lotta per la riappropriazione del lavoro e della terra, territori che si oppongono alle grandi e piccole opere inutili e imposte, dall’Italia e non solo.
La varietà di contenuti dei workshop organizzati nella mattinata, la complessità e pluralità di dibattito, la voglia da parte di soggetti molto diversi di mettere in campo le proprie competenze, idee e strumenti: tutto questo per creare non una sterile opposizione al grande evento, bensì un moto che sappia cogliere le contraddizioni insite in Expo ben oltre le giornate di inaugurazione, perchè dietro la facciata della kermesse culturale e scientifica si nascondono meccanismi predatori e di sfruttamento e di normalizzazione generalizzato di esseri viventi, umani e non umani.
Leggi Tutto#24G Dalla terra alla città, i territori che vogliamo
A Milano appuntamento dalle h. 10 in Piazza Stuparich
Siamo “quelli di Genuino Clandestino”, una rete di comunità in lotta per l’autodeterminazione alimentare e contro la distruzione dei nostri ambienti di vita. Ci adoperiamo da sempre con le nostre pratiche per rafforzare le alleanze tra i movimenti rurali e quelli urbani, per riconnettere città e campagna, per superare le categorie di produttore
e consumatore, per riconvertire i nostri territori basandoci su autorganizzazione, solidarietà, cooperazione e cura della terra.
Siamo i piccoli produttori di cibo che sfamano il mondo per davvero, e non possiamo quindi rimanere indifferenti mentre la narrativa tossica di Expo 2015 _”Nutrire il pianeta – Energia per la vita”_, si impone pervasiva sui nostri territori. Tentando di appropriarsi delle nostre pratiche, di cooptare il nostro linguaggio, di comprare il consenso e la connivenza di tanti, il modello Expo 2015 si impone e devasta, estrae profitti per pochi dai nostri territori, minaccia il diritto alla terra, alla casa e al lavoro, compromette il diritto ad autodeterminarci e determinare il territorio in cui viviamo sottraendoci alle logiche speculative e finanziarie.