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E’ ora di #scioperosociale #14N scioperiamo Expo

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In principio era la scarsa crescita: meno lacci e lacciuoli, costo del lavoro più basso, rilancio dell’economia.

Poi arrivò la stagnazione, differenti bolle esplosero, consentendo ristrutturazioni di interi settori a scapito dei diritti e dei salari di chi vi lavorava.
Poi giunse la crisi finanziaria, come un’epifania, a metterci tutti in riga per lavorare per il bene di tutti, padroni e lavoratori insieme, per uscire dalla crisi. Alla crisi si è sostituita l’austerità, in tempi di vacche magre non ci potevamo permettere di suggerire di migliorare il benessere collettivo. Lo spettacolo della grande ristrutturazione globale ai più è sembrata una restaurazione, condita da megaeventi e grandi opere a fungere da acceleratore in favore dell’avvento di un nuovo ordine.
Ora ci troviamo davanti il jobs act, i decreti sfasciaitalia, una nuova retorica di governo dal sapore antico, padronale.
Ora però, il tenore di questo racconto deve cambiare! Prendete appunti, scioperiamo!
E’ tempo di sciopero sociale, anche a Milano.
Scioperiamo Expo2015, fermiamo debito, cemento e precarietà!
14 novembre – h930 – lgo cairoli
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Recap: l’effetto Expo sull’occupazione

Per spiegarci l’assoluta bontà di Expo2015 e di conseguenza la vitale necessità di organizzarlo la precedente giunta Moratti ci parlò dell’effetto Expo, un effetto in grado di agire al di là del semplice evento, un effetto in grado di fungere da leva per nuove conquiste di benessere economico e sociale. Qui un reperto web archeologico dell’era Moratti.

I detrattori dell’ex sindaco criticarono da subito quest’approccio fondato sul nulla, salvo poi ricredersi nel momento in cui il cambio di giunta ha dato vita ad un cambio al vertice (in realtà di modeste dimensioni ma dopo 20 anni di centro destra alcuni l’han vissuto come una liberazione) che ha reso possibile l’inserimento degli esclusi storici nello spazio politico ed economico presente ai lati dell’istituzione. Nascono così, per esempio, gli #expottimisti, alcuni dei quali ben consapevoli dei limiti e dell’astoricità di questa tipologia di megaevento (prima ancora del progetto milanese) ma pur sempre costretti a vivere del proprio lavoro, per cui impegnati ad osservare la ridotta parte del bicchiere piena.

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  • Nonostante Expo, la realtà | documento di fine Esposizione
  • Lavorare a Expo2015: stipendi da fame, contratti pirata e licenziamenti politici
  • Documento politico per il Noexpo Pride del 20 giugno 2015
  • Lavoro anch’io. No, tu no. Ma come..la Coop non ero io?
  • Quello che non si vede su tanti media.