• bannerone

Posts Taggati ‘cascina torchiera’

La controinformazione è un’arma e fa paura

“….La candidatura di Milano a Expo 2015 ha animato il dibattito politico locale negli anni appena passati. Ad uno schieramento trasversale che sostiene l’evento si è contrapposta la ferma presa di posizione dell’estrema sinistra a cui si è aggiunto un «Comitato No Expo». Alla Digos sono molto preoccupati: a questo comitato hanno aderito i principali centri sociali della città: Torchiera, Fornace, Baraonda, Boccaccio, Zam Recaille/Corsari, Spazio Baluardo. Tutti impegnati in una campagna di controinformazione per denunciare l’impatto negativo sull’ambiente e sul territorio di questa manifestazione. È questo, probabilmente, il più impegnativo problema di ordine pubblico attualmente sul tavolo delle forze dell’ordine…”

da edizione online Corriere della Sera

repressione5b15d1Sapevamo che la controinformazione è un’arma molto potente e pericolosa per i giochi del potere economico e politico. Sapevamo che essere voci fuori dal coro mediatico trionfalistico pro-Expo2015 ci avrebbe messo nelle attenzioni dei dispositivi securitari che il grande evento porta con sè. Ma essere oggetto di una velina della questura, ripresa paro paro dalla pagina milanese dell’edizione on line del Corriere della Sera, oltre che pubblicità gratuita per le iniziative dei NoExpoDays (che culmineranno con il corteo a Monza il 7 luglio in occasione dell’insediamento della sede di Expo2015 a Villa Reale), ci porta ad alcune considerazioni:

– posto che la Digos o qualcosa di simile, segue questo sito, legge i nostri comunicati e documenti, passate almeno le informazioni corrette e pubbliche (pagina Chi Siamo); dopodichè al giornalista il dovere di documentarsi e non citare pedissequamente senza verificare

– il suddetto “un Comitato NoExpo” esiste dal 2007 e non si è accodato a nessuna opposizione nè estrema nè di sinistra, in quanto inesistente un’opposizione istituzionale e partitica a Expo2015, se non in isolati casi personali (citiamo a caso M.Gatti, L.Muhlbauer o B.Rizzo) e non abbiamo membri, iscritti, capi, organismi men che meno tessere o cappucci…da sei anni questa rete di soggettività e singolarità ha costituito l’unico spazio politico, di partecipazione e costruzione di sapere dal basso, controinformazione e contrasto a Expo2015, i suoi dispositivi e i suoi lasciti in termini di debito, cemento e precarietà

– non si appartiene a un’attitudine come quella NoExpo o NoTav, la si pratica; non ci sono luoghi, recinti, confini che dicono chi è NoExpo, ma iniziative, pratiche, percorsi, che hanno caratterizzato questi anni di resitenza all’irreversibilità dei processi che la macchina di Expo impone ai territori, dai Climate Camp alla MayDay2013, dal Festival NoExpo a Expopolis, passando per dossier, critical mass, assemblee, cortei, nonchè, da un anno e mezzo, l’attitudine NoExpo è anima tra le altre, dell’esperienza di Piano Terra in via confalonieri, ai piedi di uno dei simboli della Milano di Expo, il Bosco Verticale; se invece che affidarsi alle veline il Corriere facesse informazione questo lo saprebbe ed eviterebbe di scrivere a vanvera

L’attitudine NoExpo è dove si contrastano cemento, speculazione e consumo di suolo; nelle lotte del precariato metropolitano; dove si rivendicano case per tutt@, mobilità sostenibile, reddito; dove si resiste al saccheggio e alla privatizzazione di beni comuni e risorse pubbliche, ovunque Expo 2015 dispieghi le sue dinamiche di trasformazione territoriale e i suoi dispositivi di governance.

La criminalizzazione preventiva è una moda per contrastare lotte e movimenti in questo paese e anche per Expo 2015 il trend è confermato, dopodichè nella città dove naziskin da mezza europa fanno quello che vogliono, nella città degli sgomberi quasi quotidiani, delle botte a chi lotta, della repressione ai/alle compagn@, segnamoci anche questa:

Il vero problema per la sicurezza di Expo2015 non sono mafie, appalti truccati, ditte abusive, bonifiche fantasma, sicurezza nei cantieri ma LA CONTROINFORMAZIONE

Se prima avevate dubbi, fatevifurbi, 7 luglio Monza – corteo NoExpo in occasione visita Barroso, Napolitano e Letta e insediamento Expo2015 alla Villa Reale. Siateci e seguite gli aggiornamenti sul sito o sui social network seguendo gli hashtag #noexpodays e #7L

 

Leggi Tutto

Città vetrina per Expo 2015 o case per tutti, verde e spazi sociali? Bandi o banditi a Milano? Noi abbiamo già scelto!

Video dell’Azione

Condividiamo e pubblichiamo il comunicato del collettivo Offtopic (di cui sono parte attivisti NoExpo) in merito all’occupazione di stamattina del “Rasoio” di Via Confalonieri, azione svolta da OffTopic insieme ad attivisti NoExpo e militanti di altri spazi sociali milanesi

SONY DSC

L’azione di questa mattina, con l’occupazione del Rasoio invita ad una riflessione su Milano, Expo e l’attualità di un’attitudine bandita al tempo dei bandi

All’opposizione ai bandi come strumento di normalizzazione delle esperienze autorganizzate ricolleghiamo una netta opposizione a una più vasta governance dei territori. Abbiamo chiamato col nome dell’Esposizione universale del 2015 il progetto di costruzione della città vetrina che avanza giorno dopo giorno. Expo 2015 è un brand, il grande acceleratore, nel tessuto metropolitano, dei meccanismi del debito e della crisi, dell’economia del cemento e delle nocività, dello sfruttamento e della precarizzazione delle nostre esistenze. E’ il grande evento creato ad arte per drenare risorse pubbliche verso speculatori e affaristi, scaricando sulla collettività i costi della crisi e delle speculazioni. Un progetto da cui la giunta arancione non si è mai sostanzialmente smarcata, sempre riconfermando il proprio sostegno alla grande operazione bipartisan Expo 2015. Un progetto che nasconde anche la normalizzazione dello spazio urbano, riconsegnato in ogni suo angolo al profitto, monetizzato, privatizzato, cementificato, svenduto al miglior offerente. Tutto il contrario della città che vogliamo, della città che le ricche esperienze dell’autorganizzazione metropolitana costruiscono ogni giorno secondo le logiche virtuose dell’autogestione e della riappropriazione.

SONY DSC

Gli interessi speculativi, oggi più che mai legittimati da EXPO 2015, stanno trasformando irrimediabilmente i nostri territori e i nostri quartieri; dove servirebbero alloggi a canone sociale le istituzioni rispondono puntando ancora sul mercato privato e sul cemento,favorendo la costruzione di nuova edilizia residenziale nonostante ci siano migliaia di alloggi vuoti. Crisi economica, precarizzazione del lavoro e in particolare lo strapotere della rendita fondiaria urbana erodono sempre più il nostro diritto all’abitare; fenomeni che portano a un aumento esponenziale degli sfratti per morosità, non solo per chi il lavoro lo ha perso ma anche per chi “conserva” un reddito ormai inadeguato al costo della vita e dell’affitto. La realtà è che da decenni le istituzioni hanno smesso di fare politiche abitative pubbliche; istituzioni che non sono in grado di affrontare il problema complessivo e di uscire dalla logica dell’emergenzialità del singolo caso. Per questo è tempo di mobilitarsi e agire di conseguenza, rivendicando la necessità di un tetto. In mancanza di capacità e volontà politica serve riappropriazione dal basso, solidarietà e reti sociali che affrontino le nuove forme di povertà imposte dall’austerity. La carenza cronica di abitazioni a canone sociale si può risolvere con la valorizzazione del patrimonio pubblico sfitto esistente; uno strumento può essere la pratica dell’autorecupero, che verte sullo scambio costruttivo di saperi e non di soldi, o con provvedimenti ancor più drastici come la requisizione del patrimonio privato lasciato sfitto o invenduto da anni. Sfitti e sfratti ci fan salire il crimine!

Leggi Tutto
  • Nonostante Expo, la realtà | documento di fine Esposizione
  • Lavorare a Expo2015: stipendi da fame, contratti pirata e licenziamenti politici
  • Documento politico per il Noexpo Pride del 20 giugno 2015
  • Lavoro anch’io. No, tu no. Ma come..la Coop non ero io?
  • Quello che non si vede su tanti media.