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A Expopolis il mattone non tira più
Da questo sito già alcune settimane fa avevamo parlato del rischio bolla immobiliare e di quanto questo significasse ipotecare il futuro di Milano in nome di Expo2015 causa minori introiti da oneri di urbanizzazione, impegni presi da Arexpo con Banca Intesa e Fiera per i destini futuri del sito Expo (leggi case) e sovrabbondanza di offerta di case per un target di acquirenti che non esiste.
Negli ultimi giorni aveva rilanciato il collettivo OffTopic dal suo sito, osservando la crisi del cantiere di Isola-Garibaldi dalle finestre di PianoTerra, che è anche la nostra casa.
Ora sembrano accorgersene anche i media mainstream: a Milano il mattone non tira più, i grandi cantieri sono in crisi, le compravendite ai minimi storici. Ed ecco un rimbalzare di analisi su colpevoli, cause, soluzioni. A sentirli sembrano dischi rotti: colpa dell’IMU, colpa delle lungaggini e dei controlli, colpa degli operai edili che non accettano il lavoro in schiavitù come nell’antico Egitto (anche se il caporalato e il controllo mafioso non sono molto differenti), colpa della crisi. Tutti che guardano il dito anziché osservare la luna. Come se fossero alcune centinaia di euro (mediamente) di IMU all’anno a incidere sulle scelte e le possibilità di persone e famiglie e non l’austerity, la precarietà e i bassi redditi, la speculazione immobiliare, un’offerta di case a costi lontani dalle possibilità e dalle aspettative di chi oggi cerca o cercherebbe un tetto a Milano. Dove, lo ricordiamo, oltre a migliaia di vani immobiliari nuovi o in costruzione, ci sono migliaia di alloggi vuoti, sfitti, inoccupati. Perchè il vero problema di questi anni non è che mancano le case, semmai mancano le case popolari.
Leggi TuttoA Expopolis dipendenti comunali in sciopero contro i tagli
Non accadeva dall’era Albertini: sciopero generale dei dipendenti del comune di Milano!
Oggi lunedì 13 maggio 2013 le organizzazioni sindacali dell’ente, ad eccezione di CGIL e DICCAP, hanno dichiarato uno sciopero di quattro ore esteso all’intera giornata per i settori: Servizi all’infanzia, Scuole Paritarie e Case Vacanze, Lavoro e Formazione, Polizia Locale.
Ad eccezione di quest’ultimo, è evidente come siano in particolar modo i servizi alla persona a essere in fibrillazione per via dell’austerity reimposta dalla neoassessore al bilancio Francesca Balzani coadiuvata da una politica sul personale per niente dialogante e in tutto dirigista modello corporation (assessore Bisconti, ex Nestlè).
Ogni giorno rimbalzano sui media allarmi derivati dai conti dell’ente (400 mln di euro di buco, poi 100 mln di euro ancora da colmare….) che producono tagli ai vari assessorati, nello stesso momento in cui l’ente si trova a spendere centinaia di milioni di euro per Expo2015, il grande evento che produce debito, cemento e precarietà. Con risvolti inevitabili anche per l’organizzazione del lavoro interna all’amministrazione. Questo semplice parallelismo è emerso anche venerdì scorso nel corso dell’assemblea unitaria in via santa Radegonda, nella quale più di un intervento ha ribadito come si utilizzino diversi pesi per diverse misure nella gestione del patrimonio pubblico, con riferimento esplicito al megaevento del 2015 e allo stipendio di Gianni Gonfalonieri, rappresentante Expo del Comune di Milano.
Expo2015 era venduto come occasione di rilancio anche per l’amministrazione comunale mentre in realtà sarà gestito in toto da una società privata (Expo spa) con soldi esclusivamente pubblici, con un commissario unico “tecnico”. Nella realtà, Expo ha portato l’amministrazione comunale e il suo personale a un bivio.
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