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#30N – Casa&Redditoper tutt@, Expo per nessun@

Le lotte territoriali con lo spezzone NoExpo dentro al corteo per il diritto all’abitare – H15 L.go Cairoli

1476704_417996968326862_1228737811_nA circa sei anni dall’accettazione della candidatura di Milano a città ospitante EXPO 2015, è stato aperto in città il primo vero cantiere legato all’evento.

Come già accaduto in provincia, per altri cantieri legati a opere per Expo, pochi festeggiano, molti restano freddi, tanti iniziano a prendere posizione e a farsi domande. Un processo inarrestabile, perché la retorica del grande evento mostra profonde rughe sotto il trucco: il colore arancio delle reti si trasforma sempre di più nel grigio degli “orso-grill” a cui sono attaccate e infastidisce ancora di più perché siamo dentro un parco, quello di Trenno, area nord-ovest di Milano. Si parla di un’opera inutile e mafiosa come la cosiddetta Via d’acqua. “Ma come”, molti si chiedono, “per “nutrire il pianeta” si inizia devastando irrimediabilmente uno dei pochi parchi cittadini?”


E’ dunque così che EXPO 2015 si presenta per trasformare la metropoli. Sotto l’ombra delle promesse e degli stendardi che ne portano il logo e offrono un piccolo ma carissimo spazio agli sponsor, i contenuti si allontanano dalla scena mentre iniziano a muoversi i cantieri e si avvicinano le ruspe.


Pensiamo sia il momento di cambiare passo, che sia tempo di mettersi in moto, opponendosi alla logica di governo dei territori (e delle trasformazioni sociali che portano) che grandi eventi come EXPO e grandi opere sottendono. Per questo parteciperemo alla manifestazione regionale del 30/11 a Milano per il diritto all’abitare e contro grandi opere e grandi eventi: perché il drenaggio di risorse pubbliche a favore di progetti di tali dimensioni si blocchi e il denaro venga destinato in favore di piccole opere di interesse comune necessarie a livello locale e perché si inizi a ragionare su forme di vera partecipazione nella gestione dei territori che abitiamo.

Lo spezzone No Expo sarà aperto a tutti i soggetti che si oppongono a opere ed eventi inutili o invasive per il territorio e i nostri megafoni saranno a disposizione di tutti. Vogliamo costruire un futuro diverso, iniziando da una metropoli che sia aperta, viva, meticcia, non commerciabile, che si allarghi a territori in cui il diritto all’abitare sia garantito, e rifiuti le dinamiche della città-vetrina e i fenomeni che grandi eventi come Expo incarnano.

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Lotte territoriali dentro e contro l’evento totale

Stavamo pubblicando questo post di riflessioni post 16 novembre su quanto sta accadendo sul territorio milanese mano a mano che Expo dispiega le sue articolazioni territoriali, quando ieri mattina alle 8.00 sono arrivati i primi allarmi per l’arrivo delle ruspe al Parco di Trenno. Immediata è stata la risposta degli abitanti che sono riusciti a intralciare e bloccare i lavori, complice anche la mancanza di tutte le autorizzazioni da parte della società Maltaura, appaltatrice dei lavori per la Via d’Acqua.

La lotta è solo cominciata. Da oggi presidio al cantiere alla mattina e da lunedì 25 nuove iniziative e mobilitazioni.

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Il 16 novembre, i territori sotto attacco di questo paese si sono mossi in direzione contraria rispetto a chi li governa, in opposizione a coloro che li vorrebbero ridurre a mero spazio da “valorizzare” economicamente. La politica del cemento, del debito e della speculazione ha sede nei diversi territori ma oramai è sempre più evidente il legame che le unisce all’interno di un fronte che sempre più reclama un modello economico e sociale differente da quello che si vorrebbe far rinascere attraverso una “ripresa” che non avverrà mai.

Contro il Tav, contro il biocidio, contro la frode dell’housing sociale, contro Expo e le sue inutili grandi opere. Questi sono stati gli assi su cui la giornata del 16 si è sviluppata. In maniera per noi sorprendente, come abbiamo potuto notare al Parco Trenno dove centinaia di cittadini contrari alla cementificazione di una parte del parco hanno prima svolto una pubblica assemblea poi sono entrari nella zona  recintata dove, fra circa due settimane, le ruspe di Maltauro devasteranno il verde conquistato dagli abitanti del quartiere. Ovviamente la vicenda non è presente fra le notizie di giornata dei media mainstream, impegnati a glorificare Expo2015 come volano attraverso cui tutto viene giustificato, dagli appalti concessi a società in passato sotto processo per implicazioni con associazioni mafiose (fra cui la Maltauro stessa) al consumo acritico di suolo alla corsa sconsiderata al mattone alla voragine che sta aprendo nei conti pubblici degli enti locali coinvolti, oltre che ad offrire un supporto a quel sentimento di unità nazionale esemplificato dalla grande coalizione attraverso cui i poteri forti sperano di portare a termine le tanto agognate riforme strutturali, una sorta di soluzione finale rivolta al conflitto sociale.
NoExpo è una causa rispetto a cui il mainstream ha sino a questo momento eretto un muro di gomma con l’intento di sopprimere il racconto del dissenso, anche velato, contro l’evento totale. Dalla realtà della cantierizzazione delle periferie di questa città ripartiamo per rilanciare la sfida al partito del fare debito, cemento e precarietà.
Sulla via d’acqua abbiamo scritto più volte. Con soddisfazione verifichiamo come, nel corso dell’assemblea di sabato pomeriggio, questo lavoro non si sia rivolto semplicemente al vento. Non siamo certamente stati gli unici a parlare di via d’acqua, non è importante nemmeno capire se siamo stati i primi. Ciò che importa è che da ieri non siamo in buona compagnia. Decine di interventi precisi e dettagliati hanno riportato l’attenzione sulle criticità dell’opera, rispetto a cui al lato pratico Expo spa non ha mai voluto trattare con la cittadinanza.

Presenti all’assemblea anche rappresentanti di altre realtà aggredite da Expo2015, fra cui spicca il comitato per la metrotranvia Limbiate/Comasina, opera utile per la mobilità pubblica che è ora senza finanziamenti poiché questi sono finiti magicamente nel calderone Expo2015. In mattinata un altro comitato, pro interramento della Rho Monza, ha portato avanti unimportante iniziativa “local” in cui  il tratto stradale prossimo a Paderno Dugnano è stato invaso da un folto corteo.Via d’acqua, Limbiate e Paderno Dugnano sono solo tre esempi di realtà di cittadini organizzati contro le prepotenze di Expo2015, il grande eventi che normalizza lo stato d’eccezione permanente.

Il 16 novembre è stato un ulteriore passaggio in direzione della costituzione di un’opposizione sociale che nasce dalla reazione agli effetti collaterali della costruzione di Expo2015. Da qui a breve gli Expomakers non potranno esimersi dal fare i conti con la protesta montante che stanno provocando. A quel punto la retorica delle start up o dell’opportunità di creare economia (coi soldi dei contribuenti) non servirà a Sala e co. per tirarsi fuori dai guai…..

OffTopic Lab

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