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7 luglio Monza – LE NOSTRE PIAZZE CONTRO I PALAZZI DI EXPO
Le massime cariche politiche nazionali e internazionali – da Napolitano a Letta, fino al Presidente della Commissione Europea Barroso – atterrano a Monza il 7 luglio per inaugurare la Villa Reale come sede di rappresentanza di EXPO 2015. Un passaggio cruciale nell’avvicinamento all’esposizione che aprirà i battenti il 1° maggio 2015 e una ghiotta occasione per chi sta costruendo il grande evento fieristico. Il carrozzone mediatico che sta infatti lucidando la vetrina di EXPO si è messo in moto da tempo, ma accelera a partire dall’appuntamento monzese, che Maroni definisce prima tappa di un “EXPO World Tour”.
Leggi Tutto#NOEXPODAYS – 7 luglio tutt@ a Monza
Il 7 luglio a Monza alla Villa Reale si insedierà la sede di Expo2015.
Se c’erano dei dubbi su come il governo Letta, il governo del grande inciucio, intenda rilanciare l’economia italiana, il decreto legge sulle emergenze ambientali toglie ogni dubbi; grandi opere come il TAV, il grande evento Expo2015, catastrofi, nocività, tutte accumunate nel classico decretone all’italiana, dove infilare di tutto e di più, nel nome dei poteri speciali, delle deroghe, della semplificazione a procedure e norme. Sappiamo questo cosa vuol dire in termini di controlli su appalti, condizioni di lavoro, costi delle opere, creazioni di sistemi di poteri non convenzionali e poco trasparenti, occasioni per mafie e corruttele varie. Questo ci insegnano anni di casi simili, dall’Aquila alle Olimpiadi torinesi, passando per emergenze ambientali varie a eventi come il Giubileo o, più indietro, i mondiali di calcio del 1990.
Insieme al recente “Decreto del fare”, su cui abbiamo già scritto, il provvedimento sulle emergenze ambientali conferma anche la sudditanza della classe politica tutta agli interessi di banche, costruttori e signori del cemento, i soli a guadagnarci, da una gestione del territorio e degli investimenti pubblici tutta basata su emergenze, grandi infrastrutture, immaginari del grande evento. Situazioni che alimentano meccanismi di debito, dispositivi di governo del territorio che precarizzano vite e diritti e lasciano macerie irreversibili e danni all’eco-sistema. Grandi opere ed eventi sono prioritari su tutto anziché intervenire sul dissesto idrogeologico, sul risanamento ambientale, sul recupero e restauro del patrimonio artistico-monumentale e abitativo pubblico, per non parlare della manutenzione di scuole e ospedali. Conviene di più investire, derogare là dove il business fa girare miliardi (complessivamente più di dieci per Expo e infrastrutture autostradali connesse) a beneficio di pochi che intervenire sui bisogni quotidiani della collettività.
Expo2015 non sfugge a queste logiche e il fatto che il governo Letta ne faccia perno fondamentale per tornare a far crescere il Paese, oltre che l’ennesima bufala in salsa italica, costituisce un problema per tutte le persone che non intendono ipotecare il proprio futuro in nome di un evento che è già un flop prima di incominciare. Expo è un problema milanese ma anche questione nazionale, nel suo essere poco più che una fiera del turismo in veste esperienziale-virtuale-tecnologica, ma cui stiamo sacrificando miliardi di euro di soldi pubblici, alimentando il meccanismo del debito, e consumando territori agricoli, parchi, alla faccia dell’Expo sostenibile.
Per questo invitiamo tutt@ a raccogliere l’appello che viene dal FOA Boccaccio di Monza a portare l’attitudine NoExpo il 7 luglio nella città della Villa Reale, dove s’insedierà ufficialmente la sede di Expo2015, alla presenza di Barroso, Letta, Napolitano, Lupi, Maroni e tutto il sistema di potere locale e nazionale che siede al banchetto dell’evento. Nonostante la crisi, i tagli, le tasse e i soldi che mancano per welfare, servizi, reddito, scuola, si trovano i miliardi per l’inutile esposizione del 2015.
Sveliamo il velo dell’incoerenza, di chi gioisce delle rivolte in Turchia o in Brasile, per poi prostrarsi ai poteri italici; raccogliamo l’insegnamento che ci viene da GeziPark o dalle piazze brasiliane che contestano i loro grandi eventi.
Expo2015, come il TAV, sono i simulacri della crisi e il 7 luglio abbiamo l’occasione per manifestare la nostra rabbia a lorsignori, con coraggio per dire no al sacrificio del nostro futuro per un evento inutile, con dignità dicendo no ai ricatti di banche e costruttori per un’altra idea di città e rapporto con il territorio, con forza per ribadire che vogliamo reddito e case per tutt@ non padiglioni, smart city o grattacieli improbabili.
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