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Vendo/Affitto casa: il mercato immobiliare nella Milano di Expo2015
La relazione fra finanza e mattone è stata negli anni passati il principale motore per la “crescita” (se così si può dire…) della metropoli. Nell’ultimo decennio sono sorti nuovi interi quartieri, sono cresciute imprese edili, il real estate è diventato per mole, probabilmente, il principale settore per investimenti e produttività. Molte sono state le critiche in merito all’impatto ambientale di ciò che in maniera molto svelta viene definita speculazione immobiliare, poche sono state sino ad ora le considerazioni sullo stato di salute di questo sistema e sul perché è opportuno tifare un crollo del mattone piuttosto che una sua ripresa. Il dominio del ciclo finanza/mattone, concedete l’iperbole, paragona Milano a quei paesi centroamericani o a quelle isole dell’oceano indiano in cui la costruzione selvaggia in funzione di una valorizzazione degli immobili utile per ottenere veloci guadagni è diventato il settore totalmente dominante. Guadagno veloce e sicuro. Subito. Nessun interesse per l’impatto sociale, le relazioni economiche con l’intero tessuto produttivo, le ripercussioni sui livelli di vita.
Il prodotto di questa egemonia culturale è una città completamente cementificata, con un numero inquietante di case sfitte o invendute, con le organizzazioni criminali che sono diventate importanti protagonisti economici utili ad eseguire il lavoro “sporco” (la produzione materiale) favorendo al lato pratico un generale abbassamento del costo del lavoro. Le banche hanno fatto profitti, rendendo più accessibili i mutui sul finire degli anni 80, hanno imposto la logica imperante della casa di proprietà come naturale necessità dell’abitare; la proprietà è diventata l’unica versione possibile ed immaginabile dell’abitare in città. Logica sostenuta, fra le altre cose, dalla continua svendita del patrimonio Aler e dalla progressiva sostituzione del sistema Erp con l’housing sociale.
Leggi Tutto24-3 Le miserie di Expo 2015 nel racconto di G.Petitto allo Zam Film Festival
L’orto globale.Slow Food. 20 milioni di visitatori. La minaccia della speculazione edilizia. Questi erano gli argomenti di 3 anni fa in merito ad Expo2015, il grande evento rispetto a cui ai tempi si udivano ancora gli echi della vittoria per l’assegnazione. In 3 anni il progetto Expo2015 è stato stravolto per la seconda volta (l’orto globale fu uno stravolgimento del primo originario progetto vincitore). In 3 anni coloro che difendevano il paradossale Expo verde contro l’Expo degli stand e della convenzionale mostra fieristica si trovano invece a gestire e portare avanti proprio quel modello che criticavano.
L’interessante fase pre pisapia è l’oggetto della narrazione del documentario di Giuseppe Petitto, Milano2015 Exposed. Questo lavoro è frutto anche della collaborazione col centro sociale SOS Fornace e col Comitato NoExpo, ai tempi impegnati ad organizzare il Festival NoExpo, un controevento che ebbe più seguito delle carnevalate formigoniane proexpo.
Lo riguarderemo, e vi invitiamo a guardarlo per la prima volta, durante lo Zam Film Festival, il festival autorganizzato del cinema alla sua prima edizione in cui sarà possibile vedere numerosi altri interessanti lavori, fra cui pure “Città Vetrina, territori in saldo”, prodotto dal laboratorio video “Le città visibili” sviluppatosi presso il cs SOS Fornace.
Milano2015 Exposed verrà proiettato domenica 24 marzo alle 19 e 30.
Qui il programma intero dell’evento
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