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#NOEXPODAYS – 7 luglio tutt@ a Monza
Il 7 luglio a Monza alla Villa Reale si insedierà la sede di Expo2015.
Se c’erano dei dubbi su come il governo Letta, il governo del grande inciucio, intenda rilanciare l’economia italiana, il decreto legge sulle emergenze ambientali toglie ogni dubbi; grandi opere come il TAV, il grande evento Expo2015, catastrofi, nocività, tutte accumunate nel classico decretone all’italiana, dove infilare di tutto e di più, nel nome dei poteri speciali, delle deroghe, della semplificazione a procedure e norme. Sappiamo questo cosa vuol dire in termini di controlli su appalti, condizioni di lavoro, costi delle opere, creazioni di sistemi di poteri non convenzionali e poco trasparenti, occasioni per mafie e corruttele varie. Questo ci insegnano anni di casi simili, dall’Aquila alle Olimpiadi torinesi, passando per emergenze ambientali varie a eventi come il Giubileo o, più indietro, i mondiali di calcio del 1990.
Insieme al recente “Decreto del fare”, su cui abbiamo già scritto, il provvedimento sulle emergenze ambientali conferma anche la sudditanza della classe politica tutta agli interessi di banche, costruttori e signori del cemento, i soli a guadagnarci, da una gestione del territorio e degli investimenti pubblici tutta basata su emergenze, grandi infrastrutture, immaginari del grande evento. Situazioni che alimentano meccanismi di debito, dispositivi di governo del territorio che precarizzano vite e diritti e lasciano macerie irreversibili e danni all’eco-sistema. Grandi opere ed eventi sono prioritari su tutto anziché intervenire sul dissesto idrogeologico, sul risanamento ambientale, sul recupero e restauro del patrimonio artistico-monumentale e abitativo pubblico, per non parlare della manutenzione di scuole e ospedali. Conviene di più investire, derogare là dove il business fa girare miliardi (complessivamente più di dieci per Expo e infrastrutture autostradali connesse) a beneficio di pochi che intervenire sui bisogni quotidiani della collettività.
Expo2015 non sfugge a queste logiche e il fatto che il governo Letta ne faccia perno fondamentale per tornare a far crescere il Paese, oltre che l’ennesima bufala in salsa italica, costituisce un problema per tutte le persone che non intendono ipotecare il proprio futuro in nome di un evento che è già un flop prima di incominciare. Expo è un problema milanese ma anche questione nazionale, nel suo essere poco più che una fiera del turismo in veste esperienziale-virtuale-tecnologica, ma cui stiamo sacrificando miliardi di euro di soldi pubblici, alimentando il meccanismo del debito, e consumando territori agricoli, parchi, alla faccia dell’Expo sostenibile.
Per questo invitiamo tutt@ a raccogliere l’appello che viene dal FOA Boccaccio di Monza a portare l’attitudine NoExpo il 7 luglio nella città della Villa Reale, dove s’insedierà ufficialmente la sede di Expo2015, alla presenza di Barroso, Letta, Napolitano, Lupi, Maroni e tutto il sistema di potere locale e nazionale che siede al banchetto dell’evento. Nonostante la crisi, i tagli, le tasse e i soldi che mancano per welfare, servizi, reddito, scuola, si trovano i miliardi per l’inutile esposizione del 2015.
Sveliamo il velo dell’incoerenza, di chi gioisce delle rivolte in Turchia o in Brasile, per poi prostrarsi ai poteri italici; raccogliamo l’insegnamento che ci viene da GeziPark o dalle piazze brasiliane che contestano i loro grandi eventi.
Expo2015, come il TAV, sono i simulacri della crisi e il 7 luglio abbiamo l’occasione per manifestare la nostra rabbia a lorsignori, con coraggio per dire no al sacrificio del nostro futuro per un evento inutile, con dignità dicendo no ai ricatti di banche e costruttori per un’altra idea di città e rapporto con il territorio, con forza per ribadire che vogliamo reddito e case per tutt@ non padiglioni, smart city o grattacieli improbabili.
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Leggi TuttoLa controinformazione è un’arma e fa paura
“….La candidatura di Milano a Expo 2015 ha animato il dibattito politico locale negli anni appena passati. Ad uno schieramento trasversale che sostiene l’evento si è contrapposta la ferma presa di posizione dell’estrema sinistra a cui si è aggiunto un «Comitato No Expo». Alla Digos sono molto preoccupati: a questo comitato hanno aderito i principali centri sociali della città: Torchiera, Fornace, Baraonda, Boccaccio, Zam Recaille/Corsari, Spazio Baluardo. Tutti impegnati in una campagna di controinformazione per denunciare l’impatto negativo sull’ambiente e sul territorio di questa manifestazione. È questo, probabilmente, il più impegnativo problema di ordine pubblico attualmente sul tavolo delle forze dell’ordine…”
da edizione online Corriere della Sera
Sapevamo che la controinformazione è un’arma molto potente e pericolosa per i giochi del potere economico e politico. Sapevamo che essere voci fuori dal coro mediatico trionfalistico pro-Expo2015 ci avrebbe messo nelle attenzioni dei dispositivi securitari che il grande evento porta con sè. Ma essere oggetto di una velina della questura, ripresa paro paro dalla pagina milanese dell’edizione on line del Corriere della Sera, oltre che pubblicità gratuita per le iniziative dei NoExpoDays (che culmineranno con il corteo a Monza il 7 luglio in occasione dell’insediamento della sede di Expo2015 a Villa Reale), ci porta ad alcune considerazioni:
– posto che la Digos o qualcosa di simile, segue questo sito, legge i nostri comunicati e documenti, passate almeno le informazioni corrette e pubbliche (pagina Chi Siamo); dopodichè al giornalista il dovere di documentarsi e non citare pedissequamente senza verificare
– il suddetto “un Comitato NoExpo” esiste dal 2007 e non si è accodato a nessuna opposizione nè estrema nè di sinistra, in quanto inesistente un’opposizione istituzionale e partitica a Expo2015, se non in isolati casi personali (citiamo a caso M.Gatti, L.Muhlbauer o B.Rizzo) e non abbiamo membri, iscritti, capi, organismi men che meno tessere o cappucci…da sei anni questa rete di soggettività e singolarità ha costituito l’unico spazio politico, di partecipazione e costruzione di sapere dal basso, controinformazione e contrasto a Expo2015, i suoi dispositivi e i suoi lasciti in termini di debito, cemento e precarietà
– non si appartiene a un’attitudine come quella NoExpo o NoTav, la si pratica; non ci sono luoghi, recinti, confini che dicono chi è NoExpo, ma iniziative, pratiche, percorsi, che hanno caratterizzato questi anni di resitenza all’irreversibilità dei processi che la macchina di Expo impone ai territori, dai Climate Camp alla MayDay2013, dal Festival NoExpo a Expopolis, passando per dossier, critical mass, assemblee, cortei, nonchè, da un anno e mezzo, l’attitudine NoExpo è anima tra le altre, dell’esperienza di Piano Terra in via confalonieri, ai piedi di uno dei simboli della Milano di Expo, il Bosco Verticale; se invece che affidarsi alle veline il Corriere facesse informazione questo lo saprebbe ed eviterebbe di scrivere a vanvera
L’attitudine NoExpo è dove si contrastano cemento, speculazione e consumo di suolo; nelle lotte del precariato metropolitano; dove si rivendicano case per tutt@, mobilità sostenibile, reddito; dove si resiste al saccheggio e alla privatizzazione di beni comuni e risorse pubbliche, ovunque Expo 2015 dispieghi le sue dinamiche di trasformazione territoriale e i suoi dispositivi di governance.
La criminalizzazione preventiva è una moda per contrastare lotte e movimenti in questo paese e anche per Expo 2015 il trend è confermato, dopodichè nella città dove naziskin da mezza europa fanno quello che vogliono, nella città degli sgomberi quasi quotidiani, delle botte a chi lotta, della repressione ai/alle compagn@, segnamoci anche questa:
Il vero problema per la sicurezza di Expo2015 non sono mafie, appalti truccati, ditte abusive, bonifiche fantasma, sicurezza nei cantieri ma LA CONTROINFORMAZIONE
Se prima avevate dubbi, fatevifurbi, 7 luglio Monza – corteo NoExpo in occasione visita Barroso, Napolitano e Letta e insediamento Expo2015 alla Villa Reale. Siateci e seguite gli aggiornamenti sul sito o sui social network seguendo gli hashtag #noexpodays e #7L
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