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Posts Taggati ‘privatizzazioni’

#Maydays #theNED – 1-4 maggio Milano – Noexpodays

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A un anno dall’apertura dei cancelli di Expo2015, il megaevento mostra sempre più il fiato corto. Nonostante gli sforzi di Renzi, Maroni e Pisapia, la realtà delle cronache è ben lontana dalle dichiarazioni roboanti e ottimistiche, da un lato volte a creare aspettativa, dall’altro a giustificare deroghe, spese, emergenzialità.

Cambiano i tenori, non gli spartiti: “posti di lavoro come se piovesse, effetti esponenziali sui profitti e sul turismo,  White List e Expo mafia-free, protocolli di legalità”. Da opportunità  e rilancio per Milano, Expo è diventato l’ancora cui tutti s’aggrappano nella speranza di agganciare il rilancio del brand Italia in nome di un fantomatico “vento di cambiamento”. Alcuni parlano di sostenibilità, altri di buon cibo, altri  (i più realisti) di brand unico dell’agroalimentare, con la benedizione di Eataly e Coop. Milano voleva nutrire il pianeta e diventa invece il luogo di una sagra del made in Italy, a metà strada tra borsa del turismo globale e tavolata planetaria, perdendo ogni giorno pezzi per ritardi o cancellazioni causa spending review.

Ma trucchi e abbellimenti non possono nascondere il marcio, in un crescendo di fatti che hanno superato le peggiori previsioni di chi, come noi, dal 2007, ha cercato di svelare l’inganno e la minaccia che si celava dietro Expo2015. A prescindere dalle indagini della Magistratura, dagli arresti e dagli scoop dei media, erano chiari da principio intrecci e interessi che si spartiscono la torta Expo. Così come i free jobs e le miserie del lavoro nero e precario erano prevedibili, bastava guardare alla vicina Fiera di Milano o ai cantieri edili in generale. Un’Esposizione che prometteva lavoro e porterà invece nuova precarietà. Per abituarli fin da giovani Expo userà centinaia di studenti per lavori gratuiti grazie alle convenzioni firmate con scuole e università: stages, free jobs, il protocollo “Youth Training Program”. E c’è da scommetterci, il reclutamento degli studenti servirà anche per gonfiare il numero di visitatori durante i sei mesi dell’esposizione: a migliaia saranno forzatamente portati in visita a Expo.

La lotta No Canal contro la Via d’acqua, che ci ha visto protagonisti (e che segna dopo tanto tempo, e per ora, una vittoria di una lotta dal basso a Milano) ha svelato, invece, la bugia di un Expo sostenibile che si mangia parchi ed aree agricole con le sue propaggini infrastrutturali. Dalla periferia ovest di Milano è partito un monsone che porta a opporsi alla Rho-Monza o alla Zara-Expo (nuove strade, vecchi progetti) o al progetto Darsena. Una città sempre meno disposta a sopportare le dinamiche speculative che Expo ha generato anche sul piano dell’emergenza abitativa, rispetto a cui sgomberi di case e spazi sociale sono l’unica nefasta risposta offerta dalle Istituzioni. In questo quadro di fallimento si capisce perché le banche non si fidino, non garantiscano i finanziamenti senza impegni del Pubblico: o si guadagna coperti dalla produzione collettiva di ricchezza o non si rischia! 

Oggi, maggio 2014 noi vogliamo fare una dichiarazione alla metropoli. Vogliamo che nessuno e nessuna possa dire il 1 maggio 2015: io non sapevo, io non avevo capito. Vogliamo condividere e moltiplicare la consapevolezza che Expo non sarà un’opportunità, semmai un banale evento privato che alimenterà profitti privati utilizzando denaro e risorse pubbliche. Vogliamo che sia chiaro a tutti che Expo è e sarà questo con le sue tangenti, corruttele, mafie, inchieste, miserie e nocività perché non poteva essere altrimenti dentro un meccanismo di poteri speciali, deroghe, commissari, emergenze.

Debito, cemento, precarietà, poteri speciali, spartizione, mafie, nemico pubblico sono le sette chiavi di lettura con cui abbiamo criticato e smontato l’immaginario di Expo2015 e contrastato la sua realizzazione. Attorno a queste vogliamo costruire l’opposizione sociale a Expo e ai processi che questo sta innestando anche oltre la data del 31 ottobre 2015 (dalla svendita del patrimonio pubblico al job act ai poteri in deroga senza dimenticare i destini futuri del sito espositivo). Lo faremo portando questi contenuti dentro la Mayday2014 con il carro dell’Attitudine NoExpo e lo rilanceremo fino al 4 maggio duarnte i NED, NoExpoDays. Tre giorni di TAZ, laboratori, workshop e azioni per portare l’opposizione ad Expo al centro dell’agenda politica del prossimo decisivo anno, intrecciando i percorsi con le lotte territoriali e le resistenze metropolitane attive su precarietà, grandi opere, diritto alla città, formazione e saperi, sovranità alimentare e consumo di suolo. Tre giorni che guardano a Expo, ma anche a ciò che accade attorno, dalla Valle che resiste, ai movimenti per la casa, dalla difesa e riconquista dei beni comuni (e contro la stretta autoritaria che vorrebbe imporre una limitazione del dissenso) al prossimo forum europeo sull’occupazione giovanile.

Appuntamento 1 maggio h 15  piazza XXIV Maggio per la Mayday, a seguire the NED…

Info: noexpo@autistici.org           TW: #maydays #theNED

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Succede a #Expopolis 2 – Spifferi

La triade debito/cemento/precarietà da tempo è divenuta la nostra chiave di lettura attraverso cui informare la città sulle trasformazioni in atto ad Expopolis e contrastare quei processi economici e sociali di cui Expo2015 è importante acceleratore, processi che definiscono la morte della già malandata città pubblica in favore della città vetrina, del centro commerciale diffuso in cui i profitti privati a vantaggio di trust in via di definizione e garantiti dalle 3 / 4 principali banche di questo paese vengono finanziati dalla fiscalità generale.

I giorni scorsi abbiamo pubblicato la paradossale vicenda del grattacielo Pirelli, in cui i dipendenti comunali lavorano a stretto contatto con l’amianto ed a cui l’amministrazione comunale non è riuscita a trovare ancora una soluzione, schiacciata da un mercato immobiliare governato oramai direttamente dalle grosse istituzioni bancarie che impongono prezzi non accessibili per gli esili bilanci del Comune. Oggi approfittiamo di un altro spiffero per raccontarvi della manodopera impiegata nei musei, quel valore culturale ed artistico mummificato venduto nel “brand Milano” come strumento di valorizzazione (economica) del territorio. Anche in quest’ambito debito e precarietà stanno imponendo una nuova struttura di gestione che intende risparmiare sul costo del lavoro ed esternalizzare responsabilità di gestione. 

Qui lo spiffero di giornata 

Effetto Expo sui musei: aumenti e appalti

Il Comune punta su cooperative, cessioni ai privati e volontari. Custodi comunali sul piede di guerra.

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Expo-aumenti in vista per gli oltre 15 musei civici milanesi. Il prossimo 8 aprile, in occasione della giornata dei musei civici gratuiti, l’assessore Del Corno annuncerà aumenti dei biglietti di entrata e l’eliminazione delle uniche gratuità oggi esistenti (3 musei tra cui la Galleria d’Arte Moderna). Un colpo pesante per la cultura milanese e per tutto il Comune di Milano che già ha dovuto rinunciare all’apertura del già annunciato museo delle culture, negli spazi appena ristrutturati di via Tortona 34, nell’ex Ansaldo. L’enorme edificio infatti, la cui recente ristrutturazione è costata alla collettività 4 milioni di euro, verrà appaltato insieme alla gestione delle collezioni etnografiche di proprietà comunale a un soggetto privato, scelto con un bando da poco pubblicato sul sito www.comune.milano.it. Il vincitore dell’appalto si occuperà anche dei magazzini, delle sale e delle collezioni. ‘Un colpo che nessuno di noi si aspettava’, dichiara Mario C. uno degli oltre 255 custodi museali comunali, impegnati in una trattativa con i vertici dell’amministrazione. Affiancati da anni sia da lavoratori delle cooperative assunti dagli organizzatori delle mostre che da volontari del Touring. ‘Ma quali volontari…’, spiega quasi sottovoce Monica una custode, ‘Diversi ‘volontari’ del Touring Club vengono pagati, seppur pochissimo (3 euro l’ora) mentre sia il Touring che le altre società e onlus che operano nei musei godono di contributi comunali deliberati da Giunta e Consiglio’.

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  • Nonostante Expo, la realtà | documento di fine Esposizione
  • Lavorare a Expo2015: stipendi da fame, contratti pirata e licenziamenti politici
  • Documento politico per il Noexpo Pride del 20 giugno 2015
  • Lavoro anch’io. No, tu no. Ma come..la Coop non ero io?
  • Quello che non si vede su tanti media.