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EUROMAYDAYS -THE NED
Di seguito l’appello di lancio della Mayday 2014 che quest’anno dura fino al 4 maggio con i NoExpoDays, ossia Mayday14&The Ned. Seguite gli aggiornamenti e il warm-up ad attitudine NoExpo verso il maggio della rabbia precaria nella città vetrina Expopolis. Sui social network: #mayday14 #NED @euromayday @noexpo2015
Dodici mesi esatti ci separano dall’apertura dei cancelli di Expo2015: il grande evento che soprattutto nell’ultimo anno ha concentrato su di sé aspettative, roboanti promesse di progresso e sviluppo, ma anche tutto il peggio di una ricetta di ripresa economica centrata su precarietà lavorativa, speculazione finanziaria, cemento, stato d’eccezione e poteri speciali.
A un anno da Expo 2015 e in prossimità del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, stiamo pensando in grande: l’appuntamento dell’Euromayday 2014 non si esaurirà nella Parade del 1 Maggio ma aprirà una tre giorni di dibattiti, proposte e azioni: The NED, i
NoExpoDays.
Ci dicono che sta per cominciare la ripresa economica, ma non ci dicono chi ne usufruirà. Non sicuramente le precarie e i precari, le inoccupate e i disoccupati, i lavoratori autonomi eterodiretti o le lavoratrici stabili precarizzate; non sicuramente gli studenti con le loro scuole disastrate né i migranti, che vedono i loro diritti calpestati dalla legge Bossi-Fini e da un discorso razzista diffuso e serpeggiante, quando non ostentato; non sicuramente le migliaia di famiglie sfrattate e senza tetto che vedono Governo, Regione e Comune dirottare le risorse pubbliche dall’emergenza sociale della Casa a grandi eventi e grandi opere senza alcuna utilità collettiva. Non sicuramente gli abitanti dei quartieri cittadini e dei territori
sventrati da grandi e piccole opere, come le periferie ovest milanesi che da settembre resistono contro il progetto devastante della Via d’acqua di Expo o le città dell’hinterland che vedono antiche aree agricole trasformate in pascoli di cemento per la speculazione.
NOCANAL: COMUNQUE VADA E’ GIA’ UN SUCCESSO
Sono giorni di attesa impaziente, questi, e al momento non sappiamo ancora come finirà la lotta NoCanal contro l’inutile, devastante e costosa Via d’acqua per Expo2015. Una cosa, però, è certa, ed è stata sancita lo scorso 25 febbraio dal Commissario Straordinario e A.D. di Expo Spa Sala, che la tratta sud dell’opera non si farà più e sarà sostituita da una soluzione idraulica, fuori dal perimetro dei parchi milanesi (Pertini, Trenno, Boscoincittà, Cave, Cividale) a causa delle proteste degli scorsi mesi. Ossia comitati, cittadini, attivisti NoExpo hanno messo in crisi la macchina operativa e l’immaginario di Expo. Solo tra qualche giorno sapremo la reale natura di questo “piano B” e se sarà un risultato in linea con le aspettative di chi si è mobilitato in questi mesi. Questo non solo è un risultato che sembrava impossibile solo cinque mesi fa, ma, soprattutto, sarebbe la prima volta, dopo anni, che a Milano una lotta popolare blocca e ribalta opere e trasformazioni urbane, e questo è un dato fondamentale e la risposta migliore a chi, anche in questa vicenda, ha provato a ricondurre il tutto alle compatibilità dei tavoli istituzionali, delle compensazioni o ridurlo alle vie legali dei ricorsi e degli esposti. Tutte strade che in anni più o meno recenti hanno sopito prima e sconfitto poi ogni tentativo di salvare il territorio da speculazioni e scempi con la partecipazione dal basso. La lotta paga, questo il messaggio che arriva dalla periferia ovest di Expopolis.
Viene premiata la tenacia di chi per settimane ha bloccato i cantieri fregandosene di sveglie all’alba e meteo ostile, resistendo ai tentativi subdoli di dividere e bloccare la lotta. Viene premiato il lavoro oscuro, spesso solitario, di chi non ora ha scoperto il bluff “Via d’acqua”, ossia gli attivisti e le attiviste della rete NoExpo e dei collettivi che la animano, che cantierizzavano Trenno o il Pertini due anni fa quando la propaganda di Expo continuava a spargere la credenza del canale navigabile, della grande opera leonardesca e le Istituzioni milanesi interessate, erano più preoccuapate a rassicurare i cittadini, che a dare reale informazione o stimolare partecipazione anche critica. Viene premiata la capacità di stare assieme, eterogenei, attivisti e cittadini, senza cadere nelle provocazioni, rivendicando e condividendo, tutti e tutte, pratiche e comportamenti.
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